L'inaspettata chiamata in Vaticano - www.medjugorje.it
Un attacco ignobile che ha suscitato indignazione anche e soprattutto dalla Santa Sede, la quale ha chiesto spiegazioni in merito al perché sia successo.
Stiamo parlando dell’attacco israeliano alla chiesa cristiana della “Sacra Famiglia” avvenuto qualche giorno fa nella striscia di Gaza. Alcune persone sono rimaste uccise e altre, compreso Padre Romanelli, sono rimaste ferite.
Ieri, una telefonata che in molti aspettavano è arrivata in Vaticano per Papa Leone. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Una chiesa attaccata nell’ambito della guerra per il possedimento della striscia di Gaza, da parte di Hamas e di Israele: nessuno mai si sarebbe aspettato che anche un luogo di culto e di assistenza a chiunque (senza distinzione di razza o religione) venisse attaccato. Israele l’ha definito un errore, ma sono troppi gli “errori” che si stanno commettendo di questo tipo nel corso degli ultimi giorni.
E per questo che l’indignazione è stata massima, quanto anche il dolore. Sì, perché la chiesa della “Sacra Famiglia”, unico presidio per la comunità cristiana, piccola ma esistente, a Gaza, è stata colpita da un raid. Alcune persone sono morte e altre sono rimaste ferite, fra le quali anche il sacerdote che la guida, padre Romanelli.
Questo sacerdote abbiamo imparato a conoscerlo grazie anche alle telefonate quotidiane che Papa Francesco faceva, proprio per essere continuamente aggiornato sulla situazione, soprattutto quella umanitaria, nella striscia. Ed ora, proprio quel luogo di preghiera e di assistenza è stato attaccato. Papa Leone ha seguito da vicino l’evolversi della situazione, non mancando mai di far sapere, quanto alla locale comunità cristiana, quanto al Patriarca latino di Gerusalemme, il Cardinale Pizzaballa, di esser vicino con la preghiera e non solo.
Ieri c’è stata proprio la visita di Pizzaballa e del primate della Chiesa Ortodossa a Gerusalemme, Teofilo III, ai luoghi dell’attacco. Ma la cosa che ha maggiormente colpito tutti è stata la chiamata che il premier israeliano Netanyauh ha fatto a Castel Gandolfo, a Papa Leone. Una chiamata quasi di scuse, quanto necessaria.
Dalla Santa Sede hanno fatto sapere che, durante il colloquio, Leone XIV “ha rinnovato il suo appello affinché venga ridato slancio all’azione negoziale e si raggiunga un cessate il fuoco e la fine della guerra”, affiancando anche la sua “preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria della popolazione a Gaza, il cui prezzo straziante è pagato in modo particolare da bambini, anziani e persone malate” – ha spiegato.
La necessità, richiesta da Leone, di proteggere tutti i luoghi di culto e tutti i fedeli e coloro che lì vi si rifugiano, è primaria cosa che il Pontefice domanda anche con la preghiera a tutti.