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Calciatore critica il presepe “senza volti” di Bruxelles e finisce travolto dagli insulti

Un calciatore ha commentato il presepe “senza volti” di Bruxelles e ha finito per essere travolto dalle polemiche sui social. Cosa è successo

Negli ultimi giorni è nata un’accesa polemica che ha visto coinvolti cittadini e alcuni funzionari della capitale belga, Bruxelles, per via della scelta di installare un presepe particolare. Si tratta di un’opera le cui figure sono prive di volto, e che, a detta degli organizzatori, sarebbero tali per fare in modo che l’allestimento sia inclusivo.

La scelta ha sollevato un vero e proprio polverone, e in tanti, tra cittadini e voci del mondo cristiano, hanno detto la loro criticando questa decisione. In molti hanno posto in evidenza come tale opera toglierebbe quella magia che invece è tipica del Natale, e in qualche modo offenda, peraltro, la tradizione cristiana, asportandone il senso più profondo.

Tra le voci che avrebbero espresso la propria contrarietà a tale installazione, ci sarebbe anche Thomas Meunier, calciatore belga, che avrebbe detto la propria, in un post su X.

Thomas Meunier dice la sua sull’installazione del presepe senza volti ed esplode la polemica sui social: una marea di insulti

Come riporta Il Timone, il calciatore, in un post pubblicato sul suo profilo X avrebbe commentato, in merito all’installazione del suddetto presepe inclusivo:«Abbiamo toccato il fondo… e continuiamo a scavare».

presepe senza volti (credit@tgcom24)-medjugorje.it

Non si tratterebbe di un commento d’odio, eppure il giovane calciatore è stato coperto di insulti.  Sui social lo avrebbero accusato di essere razzista, fascista, di essere chiuso a livello mentale e molto altro ancora.

Tuttavia, c’è stato anche chi lo ha difeso e ha fatto sentire la propria voce, come si legge nel commento di un utente che ha scritto:«Tutti i cristiani sono con te. Grazie per aver detto ad alta voce quello che molti pensano nel silenzio». Un altro utente ha invece osservato:«Ora siamo chiamati fascisti perché vediamo le nostre usanze, la nostra religione, la nostra cultura essere distrutte». 

La questione, come spiegano coloro che hanno preso posizione in merito, è molto profonda. Il Presepe è un simbolo delle nostre radici storico-culturali e cristiane.

Il gesto di realizzare questa struttura significa ricordare ogni anno un percorso che ha portato alla nascita di Nostro Signore Gesù Cristo e riviverlo, rammentando che Gesù è venuto sulla Terra per la nostra salvezza. Riviviamo i momenti concitati in cui Maria e Giuseppe cercavano rifugio per far nascere il Figlio di Dio, seguiamo il percorso dei Re Magi con tutti gli ostacoli annessi, per arrivare a Gesù.

Il Presepe è rappresentazione del Gesù Bambino, memoria del Dio fattosi uomo. Il rischio, per molti, è quello di indebolire il fulcro della fede, con certe scelte. Difendere il presepe è proteggere la fede cristiana, il tramandarla a future generazioni e al contempo, tradizioni culturali europee. Il Presepe, comunque, sin dalle sue origini è sempre stato “inclusivo”, in quanto coinvolgeva tutti, umani e animali.

Published by
Anna Di Donato