Campione d’Europa e di fede: le parole del protagonista della finale di Champions League

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L’eccellenza sportiva non esclude affatto la fede vissuta e dichiarata apertamente L’eccellenza sportiva non esclude affatto la fede vissuta e dichiarata apertamente
Doué con gli occhi al cielo
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Désiré Doué è un giovane calciatore che sta attirando l’attenzione anche per la sua profonda fede e gratitudine verso Dio.

Negli ultimi tempi, Doué ha conquistato i media sportivi e non solo, grazie alle sue dichiarazioni sincere e toccanti che evidenziano l’importanza della spiritualità nella sua vita. La frase “Grazie, Signore Gesù Cristo” ricorre spesso nelle sue interviste, rappresentando un atto di riconoscenza e un principio guida nella sua carriera e nella sua esistenza.

Le radici di un talento

Nato in Francia il 18 gennaio 2006 e originario della Costa d’Avorio, ha mosso i primi passi nello Stade Rennais prima di approdare al Paris Saint-Germain nell’estate del 2024. Da allora si è imposto come titolare, grazie a una combinazione di talento, visione di gioco e capacità di gestione del ritmo partita. È considerato tra i giovani più promettenti a livello mondiale e ha già conquistato un argento olimpico con la Nazionale francese ai Giochi del 2024.

Protagonista assoluto della finale di Champions League, il giovane Désiré Doué del PSG, autore di due gol e un assist, che ha deciso di mettere sotto i riflettori non solo la sua performance, ma anche la propria fede. Con il fiato ancora corto dopo la fatica sul campo, intervistato subito dopo il triplice fischio, ha dichiarato senza esitazione: «C’è una cosa che voglio dire prima di tutto: Grazie, Signore Gesù Cristo».

Doué ha catturato l’attenzione già al termine della gara con i suoi gesti di preghiera. L’eccellenza sportiva non esclude affatto la fede vissuta e dichiarata apertamente. E come lui, molti altri, soprattutto tra i cristiani evangelici, non esitano a testimoniare apertamente la propria fede in Dio anche nei momenti più visibili della loro carriera.

La frase “Grazie, Signore Gesù Cristo” ricorre spesso nelle sue interviste, rappresentando un atto di riconoscenza e un principio guida nella sua carriera e nella sua esistenza.
Desiré Doué

Un esempio per tutti

Che parlare di Cristo non sia considerato di moda è evidente: mentre fedi diverse, come quella islamica, o espressioni di identità arcobaleno, vengono spesso celebrate come segni di autenticità o coraggio, la fede cristiana resta qualcosa da tenere per sé, se non si vuole essere accusati di essere fuori dal tempo. Eppure, il vento cambia. Talvolta diventa brezza, lieve e silenziosa. Come quel sussurro che il profeta Elia riconobbe come presenza di Dio.

Désiré Doué rappresenta dunque non solo un talento del calcio moderno, ma anche un esempio vivente di come la fede possa guidare e ispirare una vita piena di significato. Le sue parole e le sue azioni parlano chiaro: è possibile eccellere in ogni campo rimanendo fedeli ai propri valori e alla propria spiritualità. La sua storia dimostra che, con determinazione e fede, è possibile superare anche le sfide più ardue, rimanendo sempre grati a Dio per ogni benedizione ricevuta.