«Chi non prega il Signore, prega il diavolo». Le parole di Papa Francesco

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i frequenti e spesso ignorati interventi di Papa Francesco sul demonio, una figura che il Pontefice ha affrontato sin dalla sua prima omelia. i frequenti e spesso ignorati interventi di Papa Francesco sul demonio, una figura che il Pontefice ha affrontato sin dalla sua prima omelia.
La battaglia tra il bene e il male
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Negare l’esistenza del diavolo è un grave errore per l’uomo moderno, un errore che mina le fondamenta della fede cristiana.

A ricordarlo con forza è padre François-Marie Dermine, sacerdote domenicano, esorcista e presidente del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa), intervistato dalla Nuova Bussola Quotidiana. Al centro dell’intervista, i frequenti e spesso ignorati interventi di Papa Francesco sul demonio, una figura che il Pontefice ha affrontato sin dalla sua prima omelia.

Non si possono servire due padroni

«Chi non prega il Signore, prega il diavolo». Con queste parole, pronunciate il 14 marzo 2013, Francesco ha chiarito da subito la dimensione radicale della scelta umana: o con Dio o contro di Lui. Il Papa definisce il diavolo «il padre della menzogna» e ha messo in guardia dalla sua opera, che si insinua nella vita delle persone spesso senza che esse se ne accorgano. Per Dermine, questa è una verità incontestabile: senza Dio, l’uomo diventa vulnerabile agli inganni del demonio, che, essendo spiritualmente superiore, può facilmente confondere, suggestionare e indurre al male.

Nell’esortazione Gaudete et exsultate, Francesco ha ribadito che la vita cristiana è una battaglia: non solo contro la mondanità e la debolezza umana, ma anche contro il diavolo, identificato come «il principe del male». Il Papa afferma che non possiamo vincere questa lotta solo con le nostre forze, perché la nostra natura è segnata dal peccato originale. È solo la grazia di Dio che rende possibile resistere al male.

Padre Dermine condivide questa prospettiva e mette in guardia da un razionalismo che esclude il soprannaturale. Una mentalità empirica e scientista, afferma, porta molti cristiani a non credere più all’esistenza del diavolo. Ma questo riduce la fede a semplice morale, dimenticando che il cristianesimo è soprattutto un mistero di salvezza.

Citando padre Amorth, Dermine ricorda che il più grande inganno del demonio è proprio quello di far credere di non esistere. E sottolinea che Gesù stesso ha combattuto il demonio attraverso gli esorcismi: chi nega l’esistenza di Satana, in fondo, mette in discussione l’insegnamento stesso di Cristo.

Il Papa ha descritto in più occasioni le forme subdole con cui il demonio agisce: non ha bisogno di possessioni spettacolari, ma opera nel quotidiano, seminando odio, tristezza, invidia e vizi. Così facendo, indebolisce le difese dell’anima e distrugge le relazioni umane, dalle famiglie alle comunità, fino alla Chiesa stessa.

Secondo lui, si cerca di ridurre il cristianesimo a una forma di moralismo o a un umanesimo vago, ignorando la dimensione spirituale e salvifica che lo caratterizza.
Padre Francois-Marie Dermine, esorcista

Il silenzio e l’indifferenza generale

Durante un’omelia rivolta alla Gendarmeria Vaticana, Francesco ha identificato tre tentazioni fondamentali: l’attaccamento ai beni materiali, la vanità e la sete di potere. Tentazioni che, per Dermine, sono perfettamente coerenti con l’azione del demonio, che conduce l’uomo all’autosufficienza e all’allontanamento da Dio, come lui stesso fece ribellandosi al Creatore.

Ma perché, si chiede Dermine, i media hanno taciuto su questo aspetto dell’insegnamento del Papa? Secondo lui, si cerca di ridurre il cristianesimo a una forma di moralismo o a un umanesimo vago, ignorando la dimensione spirituale e salvifica che lo caratterizza. Parlare del demonio implica necessariamente parlare della necessità di essere salvati, un messaggio scomodo per chi vorrebbe una religione “soft”.

Infine, Dermine denuncia la carenza di formazione sul tema del demonio nei seminari. Spesso i sacerdoti, anche giovani, non sanno come affrontare richieste di benedizioni liberatorie o di esorcismi. Ed è un’occasione persa, perché molte persone si rivolgono alla Chiesa con sofferenze profonde, in cerca di speranza. Il corso per esorcisti, organizzato presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con il GRIS, nasce proprio per colmare questa lacuna.

«La Chiesa – conclude padre Dermine – ha bisogno di esorcisti preparati, perché il male esiste, agisce e dev’essere combattuto. Ma la vittoria è possibile solo con Dio».