È una delle preghiere più belle che possano essere recitare in onore della Beata Vergine Maria. La preghiera che conclude le Ave Maria del Santo Rosario, ma che rappresenta anche un elogio pieno alla sua grandezza.
Stiamo parlando della preghiera del “Salve Regina”: la recitiamo ogni qualvolta vogliamo innalzare una invocazione solenne alla Madonna. Ma sappiamo da dove proviene e chi l’ha scritta?
Una piccola curiosità che trova risposta proprio oggi, nel giorno durante il quale si ricorda proprio la nascita della Vergine Maria.
Una preghiera importantissima: come è nata
Una delle invocazioni più alte e solenni che possiamo dare a Maria, il momento più alto della nostra preghiera che a lei si rivolge è proprio quello della Salve Regina. Sin da bambini ci hanno insegnato che è la preghiera per la “regina del cielo”, per colei che tutto sa e può. La ritroviamo alla fine del Santo Rosario ma, anche, alla fine della Supplica alla Madonna di Pompei.
Una delle domande più ricorrenti che ci poniamo, quando recitiamo una preghiera, è: da dove proviene? Chi l’ha scritta? No, non si tratta di curiosità che solo i bambini possono avere, ma anche di quelle dei più grandi ed adulti. E proprio sulla preghiera della Salve Regina, ci siamo sempre chiesti chi l’abbia scritta.
Non si tratta solo di tradizione popolare o di un qualcosa che è stato tramandato di bocca in bocca, ma di una preghiera che ha un autore che davvero in pochi conoscono. Abbiamo mai sentito parlare del Beato Ermanno lo Storpio? Un nome comunissimo, diranno in molti. In realtà si tratta di un monaco benedettino, nato nell’ anno 1013, autore proprio della Salve Regina.
La sua storia è molto scarna, ma ciò che ci è stato tramandato ci dà, comunque, la possibilità di conoscerlo e, soprattutto, di capire da dove sia nata e il perché di questa preghiera così bella quanto importante. Il monaco Ermanno ebbe un’infanzia difficile, poiché nato con una grave malformazione fisica.
Il Beato Ermanno: chi è il monaco che l’ha scritta
Nonostante tutto, i suoi genitori si presero cura di lui e, per lui, desideravano solo il meglio. All’età di 7 anni, i genitori cercarono (e vi riuscirono) di inserirlo in convento, proprio presso i monaci benedettini: qui il piccolo bambino ebbe la possibilità di studiare, essere curato ed allevato in maniera consona e, sicuramente, migliore rispetto a casa sua.

Anche se con un corpo in gran parte paralizzato, Ermanno scoprì di avere una mente straordinaria: divenne esperto conoscitore di teologia, matematica, astronomia e storia, nonché anche di molte lingue come il greco, l’arabo e il latino.
La sua devozione, però, specie verso la Madonna, crebbe ogni giorno di più: il suo cuore era infiammato dall’amore di Dio e, fu proprio questo, secondo i biografi, che lo spinse alla composizione di una delle preghiere più importanti che, ancora oggi, noi conosciamo e recitiamo: la Salve Regina.
Insieme all’Alma Redemptoris (anche questa composta del monaco Ermanno), queste due preghiere furono aggiunte, sin dai tempi più antichi, in quella che è la Liturgia delle Ore, nella recita della Compieta. Una storia che vale la pena di conoscere.