Laura Miola (www.medjugorje.it)
C’è chi grida la propria fede dai pulpiti e chi la racconta da una carrozzina, con il sorriso e con parole che sanno accarezzare l’anima.
Mamma di tre figli, 35 anni, una diagnosi difficile sulle spalle ma una luce nello sguardo che parla di speranza. Attraverso i social, Laura ha scelto di non nascondersi, ma di mettersi al servizio di chi cerca conforto. La sua voce è un’eco limpida che dice al mondo: Dio non è distante, cammina accanto a noi, anche quando noi non possiamo più farlo.
Ci sono storie che non si raccontano con la forza dei muscoli, ma con la potenza della volontà. È il caso di Laura Miola, 35 anni, madre di tre bambini e missionaria digitale che, dalla sua carrozzina, condivide quotidianamente la propria esperienza di vita e di fede. Laura non cerca pietà né riflettori: il suo intento è mostrare, senza filtri, che una vita con disabilità può essere piena di significato, bellezza e testimonianza.
Attraverso il suo profilo Instagram, Laura apre le porte del suo quotidiano: momenti in famiglia, viaggi, difficoltà, ma soprattutto un messaggio profondo che si fa spazio con autenticità. “Siamo una famiglia normale – scrive – con una mamma seduta”. Parole semplici, ma capaci di cambiare la prospettiva di chi le ascolta.
La sua diagnosi è arrivata dopo vent’anni di sintomi silenziosi: una neuropatia periferica rara. Un verdetto che, invece di spegnere la speranza, ha acceso in lei una missione: essere un faro per chi vive situazioni simili. “In quel buio fatto di incertezza, vedere qualcuno che viveva le mie stesse sfide mi ha dato coraggio – racconta – e ho capito che anche la mia storia poteva essere d’aiuto ad altri”.
Con il tempo, il suo racconto ha iniziato a raggiungere sempre più persone. Non si tratta solo di follower o numeri, ma di anime che trovano nella sua voce un conforto, uno stimolo, una presenza reale. “Ricevo tantissimi messaggi, e ognuno ha un valore unico – dice Laura – una volta una ragazza mi ha scritto: Tu non sei un’influencer qualsiasi, tu sei un’influencer della positività. Non lo dimenticherò mai”.
Ma ciò che dà senso profondo al cammino di Laura è la sua fede incrollabile. Non è soltanto il racconto di una donna che affronta la disabilità con forza, ma la narrazione di un cuore abitato da Dio. Ogni parola che pronuncia è intrisa di spiritualità, ogni gesto una preghiera concreta.
“La mia vita è stata trasformata da Dio – afferma con convinzione – non ha guarito il mio corpo, ma ha guarito le ferite del mio cuore. Mi ha donato pace, una pace che il mondo non può dare”. Laura parla di un Dio che non ha mai abbandonato la sua mano, nemmeno nei momenti più duri. E se qualcuno pensa che la sua condizione fisica sia un segno di sfortuna, lei risponde con il sorriso: “Dio è stato incredibilmente fedele con me. Anche attraverso la sofferenza, ha fatto qualcosa di meraviglioso nella mia vita”.
La parola “fragilità” le sta stretta. Laura rifiuta l’etichetta di “soggetto fragile”, perché dentro di sé porta una forza che non si vede, ma si sente. “C’è una grande voglia di vivere con dignità – spiega – e provo una gioia immensa quando ricevo messaggi da mamme che, grazie alla mia esperienza, riescono a guardare con speranza alla vita dei loro figli con disabilità”.
Con la sua testimonianza, Laura mostra che la disabilità non è una condanna, ma un’occasione per scoprire Dio nei dettagli più piccoli della vita. La sua voce sui social è una carezza per chi soffre, una luce per chi cerca, una certezza per chi crede. Perché la vera forza, come lei stessa dimostra, non si misura nei passi, ma nell’amore che si è disposti a donare.