Durante il conclave, ogni comunicazione con l’esterno è proibita, tranne nei casi di gravi emergenze sanitarie, valutate da una commissione composta da quattro cardinali.
Questa rigorosa riservatezza è sancita dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da san Giovanni Paolo II nel 1996 e modificata da Benedetto XVI nel 2013. L’obbligo del silenzio copre tutte le fasi dell’elezione e ogni conversazione relativa al conclave: chi viola questo vincolo incorre nella scomunica latae sententiae, secondo quanto stabilito dal Codice di Diritto Canonico (can. 1391).
Conclave: cosa è ammesso (e cosa no) nella “clausura”
Il 7 maggio, con il solenne ingresso nella Cappella Sistina, i cardinali elettori inizieranno uno dei momenti più solenni e riservati della vita della Chiesa Cattolica: il conclave per l’elezione del nuovo Papa. Un rito antichissimo, denso di simboli e spiritualità, che si apre con la celebre esclamazione in latino Extra omnes! – “Fuori tutti!” – pronunciata dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, mons. Diego Ravelli, per intimare l’uscita di chiunque non faccia parte del collegio elettorale.
Con la chiusura delle porte, si apre un tempo di clausura assoluta. Ogni cardinale, dopo aver prestato solenne giuramento di segretezza, rimane isolato dal mondo esterno. Inizia così un processo di discernimento guidato dallo Spirito Santo, affinché la scelta del nuovo Successore di Pietro avvenga nella libertà e sotto la luce della grazia.
Per proteggere la segretezza del processo, il Vaticano adotta misure di sicurezza straordinarie. I cardinali, prima di entrare nella Sistina, devono consegnare ogni dispositivo elettronico: cellulari, tablet, computer e qualunque strumento capace di connettersi con l’esterno. Sono proibiti anche giornali, radio, televisione e qualsiasi forma di comunicazione. Non si può ricevere né inviare posta, e nemmeno portare con sé libri, appunti o documenti che non siano strettamente liturgici o devozionali.
Cosa è permesso portare nella Cappella Sistina
La Cappella Sistina viene trasformata in un vero e proprio bunker. Tecnici esperti controllano minuziosamente l’ambiente per rilevare eventuali microspie o strumenti di trasmissione. Vengono installati jammer per bloccare i segnali telefonici, scudi anti-drone e pellicole oscuranti per impedire intercettazioni visive o acustiche. Il Corriere della Sera ha riferito che esperti in cybersicurezza collaborano con il Vaticano per ispezionare la struttura e assicurarsi che tutto sia impenetrabile.
Anche gli ambienti dove i cardinali alloggiano durante il conclave sono sorvegliati e protetti con le stesse misure. Le uniche immagini che verranno diffuse pubblicamente saranno quelle iniziali, durante il giuramento collettivo, trasmesse dai media vaticani. Pur nella rigorosità delle norme, i cardinali possono portare con sé oggetti essenziali alla vita spirituale e personale. È permesso avere il breviario, il rosario, la Bibbia o altri testi religiosi approvati, che li aiutino nella preghiera e nel discernimento. Possono inoltre portare oggetti personali necessari, come occhiali, bastoni, apparecchi acustici o medicinali prescritti per motivi di salute.

Chi può entrare nella sede del Conclave
L’accesso alla Cappella Sistina durante il conclave è riservato esclusivamente ai cardinali elettori. Tuttavia, in momenti prestabiliti, altre figure possono entrare — medici, personale di servizio, addetti alla pulizia — ma anche per loro valgono le stesse regole di riservatezza e silenzio, pena la scomunica.
Il conclave non è soltanto una procedura elettorale, ma un momento di profonda comunione ecclesiale e preghiera, in cui la Chiesa tutta si affida allo Spirito Santo per ricevere un nuovo Pastore secondo il cuore di Cristo (cf. Ger 3,15). La sacralità del silenzio e della preghiera è lo spazio dove matura la decisione più alta della vita ecclesiale.