Il racconto della storia di conversione di fra Michele - medjugorje.it
Una vita trasformata e rinnovata quella di fra Michele: dopo anni di dipendenza dalla droga la salvezza è arrivata con l’irrompere della fede e di una conversione totale.
Si racconta sorridente in una video intervista e commuove gli ascoltatori con la sua storia di grazia: è fra Michele della comunità dei Figli del Divino Amore. Nell’ascoltare la sua testimonianza si coglie immediatamente e in modo pregnante la grandezza della misericordia di Dio che salva.
Questo giovane frate ha alle spalle una storia di grande sofferenza, in cui però l’incontro con il Signore è stato determinante e ha portato alla sua rinascita. Nonostante fosse nato in una famiglia cristiana e vivesse in un ambiente domestico sereno in cui regnava l’amore, nell’adolescenza si sono presentate inquietudini interiori, certamente influenzate dalle insidie e seduzioni del mondo.
Da ragazzo, nel fiore degli anni, avvertiva dentro di sè un vuoto, la mancanza di qualcosa che ha colmato in un modo sbagliato e dannoso: è scivolato nel tunnel della dipendenza dalla droga.
A 16 anni il contatto con l’eroina lo ha portato a sprofondare sempre di più in un vortice che avrebbe potuto letteralmente ucciderlo. Molti dei suoi amici, che come lui facevano uso di droga, infatti, non ce l’hanno fatta. Sono stati anni difficili e dolorosi. Come racconta lui stesso, la sua vita era incentrata su due attività: procurarsi il denaro e la droga.
La ricerca del senso della vita, dell’appagamento e del riempimento di un vuoto esistenziale che si poneva come una voragine, era riempito dall’annullamento di sé che produce la tossicodipendenza. La sua però è una vicenda di salvezza: anche se c’erano tutti i presupposti perchè tutto si volgesse al peggio non è stato così, anzi.
Oggi fra Michele è un uomo trasformato: ha abbracciato la fede pienamente entrando anche in un ordine religioso e dedicandosi all’apostolato. Vive a Medjugorje e come afferma: la preghiera è il fulcro della sua giornata e della sua vita. Ma come è arrivata una trasformazione così netta e radicale? Come è stato salvato da una condizione che avrebbe potuto portarlo anche alla morte fisica oltre che alla perdizione?
Era arrivato al punto di non riconoscere se stesso guardandosi in una vetrina per strada: tanto era ridotto male, tanto aveva degradato se stesso. Aveva calpestato la sua stessa dignità, quella che poi ha ritrovato pienamente alla luce del Signore.
Si era allontanato dalla famiglia, dagli amici, viveva in balia della sua dipendenza che gli toglieva tutto, anche la lucidità. È grazie all’amore dei genitori, alla loro perseveranza nella preghiera, alle loro azioni anche forti e alla loro determinazione che il giovane Michele è riuscito a venire a galla da un abisso travolgente.
La madre è arrivata anche a farlo arrestare pur di salvarlo. Oltre all’azione della sua famiglia poi c’è stato l’incontro con madre Rosaria della comunità del Divino Amore durante un viaggio a Medjugorje. La preghiera del Santo Rosario è stata determinante. Questo luogo santo è stato decisivo per la sua conversione: “per me Medjugorje è entrare nel cuore di Maria” dice fra Michele.
Certamente prima della conversione c’è stata una lotta, un combattimento spirituale forte e violento che lo ha portato ad allontanarsi più volte e ad opporre un iniziale rifiuto a chi gli offriva aiuto. Poi però, la sua libera scelta c’è stata: al dono di grazia ha risposto con l’adesione della sua volontà e da lì si è avviata una trasformazione ovviamente lenta e graduale, ma totale.
La vita di fra Michele adesso, che poi ha avuto la vocazione ed è entrato nella comunità del Divino Amore con la consacrazione religiosa, è incentrata sulla preghiera costante e sulla testimonianza dell’amore e dell’infinita misericordia di Dio, che è sempre lì per accoglierci e ci attende pazientemente.
Pur vivendo stabilmente a Medjugorje, torna in Italia e in ogni posto in cui si trova la sua giornata inizia con il segno della Croce e la preghiera incessante che lo aiuta anche nel combattimento interiore che ogni cristiano è chiamato a vivere. La preghiera per questo è l’arma più forte, lo scudo e la protezione, il mezzo che ci permette di stare con Gesù e di non allontanarci da lui.
Sono tante le importanti riflessioni che fra Michele fa in questa video intervista, tutta da ascoltare. Alla base ci sono dinamiche interiori comuni a tutti, a chi ha avuto una storia di conversione più eclatante e a chi è sempre stato nel gregge del Signore. Tutti dobbiamo vivere di preghiera per alimentarci, nutrirci costantemente e stare sulla via giusta, senza deviare. Le tentazioni e gli inganni del mondo che oggi sono davvero forti e dirompenti possono essere affrontate e contrastate solo con un rapporto vivo con il Signore e questo va alimentato con la preghiera.
Questa storia, così commovente e intensa mostra in modo lampante come “Dove l’uomo cade, Dio rialza“: il Signore vuole concederci la sua grazia, dobbiamo solo accoglierla e scegliere di seguirlo. E poi si vedono meraviglie, quelle che compie solo Lui.