Don Pino Puglisi: il Beato ucciso dalla Mafia

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Don Puglisi: il martire beato - www.medjugorje.it (photo: vatican news)
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Un uomo, un sacerdote, un martire: questo è stato don Giuseppe Puglisi, conosciuto da tutti come don Pino. Un ministro di Dio che ha donato tutto se stesso al popolo che gli era stato affidato.

Un piccolo gregge in uno dei quartieri più difficili della città di Palermo, città dove lui stesso era nato e cresciuto. Ma che, forse, non ha saputo pienamente apprezzare fino in fondo, tanto che la malavita decise di toglierlo da mezzo.

Ma il suo animo, la sua fede, i suoi insegnamenti sono stati più forti di quei colpi di pistola sparatigli contro. Oggi Don Pino Puglisi è annoverato fra i martiri Beati della Chiesa.

21 ottobre: la Chiesa ricorda don Pino

Una storia che fa riflettere e pensare allo stesso tempo: forse qualcun altro avrebbe chiesto il trasferimento da quel quartiere, per poter operare il proprio ministero sacerdotale e portare con più tranquillità la Parola di Dio, ma lui no. Don Pino è rimasto lì sino alla fine, fino a quando qualcuno decise di ucciderlo.

Oggi, 21 ottobre, ricorre la memoria liturgica di un sacerdote italiano, morto martire e che la Chiesa ha riconosciuto come Beato il 25 maggio 2013, a Roma, davanti a più di 100mila fedeli. Papa Francesco, in un suo decreto, riconobbe il sacrificio di questo sacerdote che aveva operato bene e per il bene della sua comunità, annoverandolo, quindi, fra i Beati.

Ma chi era don Pino Puglisi? Un presbitero, un educatore e un insegnante che è stato ucciso da Cosa nostra nel giorno del suo 56º compleanno a causa del suo impegno evangelico e sociale. Sacerdote già all’età di 22 anni e pienamente attivo nella sua Palermo. Nel 1970 venne nominato parroco a Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo che, in quegli anni, era interessato da una feroce lotta tra due famiglie mafiose. Fu grazie alla sua opera di evangelizzazione che Don Pino riuscì a far riconciliare le due famiglie.

Una sorta di premonizione di quello che avrebbe portato avanti, poi, nel corso della sua vita, seppur breve. Nel 1990 venne nominato parroco della chiesa di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, in cui la criminalità organizzata esercitava il proprio controllo tramite i fratelli Graviano, legati a Totò Riina e Leoluca Bagarella. Ed è stato proprio qui che ha avuto inizio la lotta antimafia di don Pino Puglisi.

“Me lo aspettavo”, disse al suo aguzzino

Educare giovani e bambini era il perno principale del suo operato sacerdotale: attraverso attività e giochi, desiderava far capire che si può ottenere rispetto dagli altri semplicemente per le proprie idee e i propri valori, in onestà e nel pieno rispetto della legge. Si rivolgeva spesso esplicitamente ai mafiosi durante le sue omelie, a volte anche sul sagrato della chiesa.

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Martire in “Odium Fidei” – www.medjugorje.it (photo: palermo today)

E fu proprio questo l’inizio della sua condanna a morte. Era il 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, intorno alle 20:40 venne ucciso davanti al portone di casa, a Brancaccio. Mentre don Pino scendeva dalla sua Fiat Uno bianca, qualcuno gli si avvicinò alle spalle con la classica frase: “Padre, questa è una rapina!”, minaccia di fronte alla quale il prete sorrise e rispose con un criptico “Me lo aspettavo”. Fatale gli fu un colpo alla nuca che lo uccise all’istante.

Il 28 giugno 2012 papa Benedetto XVI, durante un’udienza con il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha concesso la promulgazione del decreto di beatificazione per il martirio in “odium fidei”. La Chiesa ne ricorda la memoria il 21 ottobre, giorno del suo Battesimo.