La scelta di Cynthia Erivo, che si è dichiarata bisessuale dal 2022, ha suscitato reazioni contrastanti nel pubblico e nella critica.
L’industria teatrale continua a sfidare le convenzioni attraverso scelte irriverenti e oltraggiose. Un esempio lampante è rappresentato dalla decisione di affidare il ruolo di Gesù Cristo a Cynthia Erivo, un’attrice e cantante britannica, che diventerà la prima donna nera a interpretare questa figura iconica nella celebre rock opera “Jesus Christ Superstar“. La produzione è prevista per l’1-3 agosto 2025 all’Hollywood Bowl.
L’ennesimo affronto
Da un lato, molti applaudono questa scelta, considerandola un passo avanti significativo per la rappresentanza delle minoranze nel mondo del teatro e della musica. Gli appassionati del teatro vedono in questo casting un gesto coraggioso, che mette in luce la necessità di diversificare le narrazioni tradizionali e di rendere le storie universali accessibili a tutti.
Tuttavia, la scelta di Erivo ha anche generato un’ondata di critiche. Alcuni detrattori hanno definito questa interpretazione “blasfema” e “un oltraggio a Cristo Re”, ritenendo che l’immagine tradizionale di Gesù debba essere preservata secondo i canoni storici e religiosi. Questo dibattito accende una discussione più ampia sull’interpretazione e la rappresentazione di figure sacre nella cultura contemporanea. La polarizzazione delle opinioni mette in evidenza non solo le differenze culturali e religiose, ma anche la tensione tra tradizione e innovazione in un’epoca di crescente e finta inclusività.