Era atea e a favore dell’aborto: l’incredibile conversione di Ruth, divenuta madre di 7 figli

Ruth Pakaluk Ruth Pakaluk
Ruth Pakaluk (credit youtube @hmtelevision) -medjugorje.it
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La straordinaria conversione di Ruth Pakaluk, una donna che da atea è diventata un modello di maternità cristiana. È aperta una causa di beatificazione

La storia di Ruth Van Kooy è un esempio di fede, coraggio, speranza. Nata il 19 marzo 1957 a East Orange, nel New Jersey, figlia di immigrati, un olandese e una scozzese, aveva grande talento artistico tant’è che era in grado di suonare strumenti musicali, nonché essere a capo di recite scolastiche.

In quel periodo, si riteneva atea. Studiò ad Harvard, e lì lottò affinché l’aborto divenisse legale. Qui conobbe Michael Pakaluk, uno studente di filosofia. Anche lui, proprio come lei, era ateo. Ma entrambi erano alla ricerca della verità e decisero di approfondire i loro studi, concentrandosi sulla Bibbia.

Spesso pregavano e meditavano sul cristianesimo, contemplando la possibilità che si trattasse di una religione autentica. Durante la vigilia di Natale 1980, Ruth e Michael furono accolti nella chiesa di Saint Paul in Harvard Square. Si dedicarono, più avanti, all’Opus Dei.

Da atea a fervente cattolica: l’incredibile storia di Ruth Pakaluk

In seguito la coppia si sposò e negli anni, Ruth divenne madre di 7 figli, di cui uno morì a 7 settimane.

Ruth Pakaluk
Ruth Pakaluk (credit youtube @hmtelevision) -medjugorje.it

Da pro-aborto, dopo la conversione, Ruth divenne pro-vita e nel tempo, si impegnò moltissimo per organizzare gruppi universitari, ed è stata anche alla guida dell’ente Massachussets Citizens for Life, preparando eventi, dibattiti, cene di beneficenza ecc.

Tutto questo, dedicandosi anche ai suoi figli. All’età di 34 anni, Ruth scoprì di avere un cancro al seno, il cui stadio era avanzato. Si sottopose a un intervento e alla chemioterapia, e negli anni aveva avuto una certa ripresa, tant’è che Ruth aveva avuto la sua ultima figlia, Sophie.

Purtroppo, il cancro ebbe una recidiva e una metastasi, e la donna ha affrontato la croce con grande forza e fede. Ha continuato a essere attiva, scrivendo, insegnando, essendo accogliente, formando i suoi figli. In una lettera scritta a un amico, gli confidò queste parole:«Voglio vedere Dio; voglio vedere colui che ha pensato a tutto questo».

Ruth morì il 23 settembre 1998, all’età di 41 anni. Il marito ha narrato la sua storia in un libro, “The Atpalling Strangeness of Mercy of God“, e la causa di beatificazione della donna è aperta. Poco prima di morire, Ruth aveva detto:«Ho amato la vita che Dio mi ha dato. Non c’è nessun’altra vita che avrei preferito vivere». Una conversione forte, potente, di esempio per ognuno di noi.