Se il mondo, nella stragrande maggioranza, si ferma e chiede la pace per la Terra Santa e, in particolare, per Gaza, anche i sacerdoti non stanno a guardare.
Seguendo anche l’esempio di Papa Leone, che non manca in ogni occasione e momento, di portare avanti anche con forza, i suoi appelli per la pace, anche i sacerdoti hanno deciso di fare la loro parte in modo attivo e concreto.
Un grido unico ed unanime: “Fermiamo il massacro a Gaza”. Vediamo insieme quale iniziativa hanno portato avanti.
Anche i sacerdoti scendono in piazza per Gaza
Domenica hanno partecipato all’Angelus, in Piazza San Pietro, di Papa Leone e anche loro si sono uniti al grido unanime che, con forza, si alza sempre più prepotentemente: quello della pace in Terra Santa, grido che, purtroppo, non sempre viene ascoltato.
Stiamo parlando dei sacerdoti e, per esser precisi, della rete “Preti contro il genocidio” che, in pochissimi giorni dalla sua nascita, ha già totalizzato più di 1200 adesioni di tanti sacerdoti di diverse nazionalità. Un grido di dolore che non può restare inascoltato e che li ha visti, anche presenti in San Pietro con uno striscione che li rappresentava: “Fermiamo il genocidio a Gaza”.
Nella giornata del 22 settembre, quando in tanti paesi si è portato avanti uno sciopero proprio contro le iniziative di guerra di Netanyahu contro Gaza, c’erano anche loro, i sacerdoti. Ad aver aderito a questa rete c’è anche il cardinale di Rabat, Lopez Romero. Pregare: questo è ciò che resta da fare, oltre a far sentire la propria presenza, per i sacerdoti.
E lo hanno fatto lunedì sera, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, guidati da Padre Alex Zanotelli, missionario. Tantissimi coloro che erano presenti alla veglia di preghiera, insieme anche a tanti fedeli. Una rete che si sta formando ed arricchendo sempre di più di nuove adesioni, perché proprio tutti facciano sentire la propria voce.
Una rete nata “dal basso”
Non solo semplici sacerdoti secolari, ma anche vescovi e prelati, come monsignor Paolo Bizzeti, già Vescovo dell’Anatolia, ma anche monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, don Luigi Ciotti dell’associazione “Libera”, e anche don Nandino Capovilla, di Pax Christi, al quale è stato vietato l’ingresso nello stato di Israele per un pellegrinaggio di pace.

Alla veglia di preghiera di lunedì sera, in collegamento da Gerusalemme, c’era anche il Cardinale Pizzaballa, anche lui in prima linea nel pieno dell’inferno di Gaza.
A spiegare il perché della nascita di questa rete è, dalle pagine di “Famiglia Cristiana”, il gesuita padre Massimo Nevola: “L’informazione della rete è arrivata al vicariato di Roma e attraverso esso alla Santa Sede. C’è un atteggiamento di benevolenza senza adesioni formali. Questa è una rete che parte dal basso. Il presidente della Cei non ha aderito perché parlerebbe a nome di tutti i Vescovi e ci riferiamo a persone che dovendo mediare non possono esporsi direttamente”.
Un qualcosa che non può essere ignorato e né restare inascoltato: il grido di pace per Gaza è davvero forte.