L’accordo per la pace a Gaza è la notizia più bella per i cattolici: un risultato possibile anche grazie al grande impegno della Chiesa.
L’annuncio di Donald Trump è il primo passo verso la pace dopo due anni di orrori, distruzione, stragi di civili e spargimenti di sangue. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti confermato che Israele e Hamas hanno firmato quella che lo stesso Trump definisce “la prima fase del nostro piano di pace“, che prevede il rilascio degli ostaggi e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza lungo una linea concordata (le truppe di Tel Aviv rimarranno solo a Rafah).
Una svolta che può essere davvero un primo punto di partenza per costruire un futuro di pace in tutto il Medio Oriente. Trump, dopo aver ringraziato Qatar, Egitto e Turchia per aver contribuito a raggiungere questo accordo, si è detto convinto che questa volta la pace avrà lunga durata. E’ ciò che si augura tutto il mondo, compresi i milioni e milioni di cattolici che hanno pregato incessantemente affinché la barbarie terminasse il prima possibile.
Le prime immagini che arrivano da Gaza sono commoventi: dopo due anni di indicibili sofferenze i bambini palestinesi possono finalmente gioire e sorridere per la fine dei bombardamenti. Grande felicità anche per le famiglie israeliane che presto potranno riabbracciare i loro cari tenuti in ostaggio per due anni.
L’impegno della Chiesa per il cessate il fuoco e la pace: un ruolo determinante
La pace in Medio Oriente non può che essere la migliore notizia possibile per l’umanità. Il mondo cattolico ha spinto fin dal primo giorno per cercare di arrivare a una conciliazione tra le parti. Doveroso ricordare l’impegno profuso dalla Chiesa di Roma: Papa Francesco ha sempre chiesto a gran voce il cessate il fuoco e l’invio di aiuti umanitari alla popolazione palestinese, parlando ogni giorno della necessità di una pace duratura.

In più Bergoglio non ha mai fatto mancare il proprio sostegno alla parrocchia di Gaza e al suo parroco, padre Gabriel Romanelli, con cui si sentiva praticamente ogni sera tramite videochiamata fino a poco prima della sua morte. Una missione di cui poi si è fatto carico anche Leone XIV, che ha più volte chiesto la fine della guerra e l’inizio di una pace “lunga e giusta“.
La pace è poi la parola che il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, ha messo sempre al centro. Pizzaballa ha scelto di restare a Gaza nonostante l’occupazione israeliana per provare a portare ai feriti e agli affamati tutta la vicinanza e l’amore di Dio.
L’annuncio dell’accordo viene quindi accolto con infinita gioia dal cardinale: “È un primo passo, una prima fase. Naturalmente ve ne saranno altri, e certamente sorgeranno altri ostacoli – ha detto Sua Beatitudine – Ma ora dobbiamo gioire di questo passo importante che porterà un po’ più di fiducia per il futuro e anche nuova speranza, specialmente per i popoli, sia israeliano che palestinese”.