Una Santa di cui si conosce poco ma che, dall’altro lato, fa parte del grande gruppo dei Santi Patroni di una delle più importanti città del Sud Italia.
Lei è Geltrude, detta e conosciuta anche come “la grande Mistica”: una monaca cistercense che la Chiesa ricorda e celebra oggi, giorno della sua ricorrenza liturgica. Una santa di cui si conosce davvero poco, ma quel poco è bastato ai fedeli per annoverarla come una grande santa.
Insieme a San Gennaro, Santa Patrizia e Sant’Aspreno, è una delle compatrone della città di Napoli. Scopriamo la sua storia.
Santa Geltrude è compatrona di Napoli
La Chiesa, oggi, ricorda una mistica, santa e compatrona di una delle più importanti città del Sud Italia, quale Napoli: lei è Santa Geltrude la Grande, una monaca cistercense che, anche se è salita al cielo il 17 novembre, è ricordata oggi, 16 novembre. Come dicevamo all’inizio, la sua è una storia molto particolare.
Si conosce poco della sua vita, si sa che all’età di 5 anni venne affidata, per la sua istruzione, ad un monastero cistercense sotto la guida della mistica Matilde di Magdeburgo: qui ebbe modo di studiare e di avvicinarsi, non solo alle materie base utili per la sua formazione, quanto anche e soprattutto alla teologia.
È stata intorno all’età di 26 anni che, qualcosa, nella sua vita è cambiato: Gesù si fa spazio nel suo cuore, si apre a lei piano piano. La giovane, infatti, sente che c’è qualcuno che la chiama e, per lei, questo momento così speciale lo ha definito, poi, nei suoi scritti, la sua “illuminazione”. Questo la spingerà a consacrarsi totalmente al Signore.
La sua “illuminazione” la porta a comprendere la vocazione
Da quel momento in poi, il suo legame con Gesù si farà sempre più fitto e caratterizzato da visioni, estasi e fenomeni soprannaturali, ma anche al sopraggiungere di malattie fisiche, che però temprano l’anima di Gertrude e rafforzano ulteriormente la sua fede. Ha un’aspirazione su tutte, quella di una vita solitaria, per meditare al meglio il suo amore per Cristo ma, in monastero, questo le è un po’ impossibile.

La sua fama esce proprio dalle quattro mura del convento dove vive e risiede e saranno tanti i fedeli che, proprio qui, si ritroveranno per poterle parlare, desiderosi di attingere alla sua sapienza. È stata, anche, un’instancabile propagatrice del culto all’umanità di Gesù Cristo, tradotta nell’immagine del Sacro Cuore.
Secondo la tradizione, fu proprio il Signore a mostrarle il suo cuore ardente d’amore. Dall’altro lato, inoltre, a lei si deve una delle preghiere per le anime del Purgatorio. Muore, il 17 novembre del 1302 nel monastero tedesco di Helfta.
La sua tomba, come anche tante altre, durante il periodo della riforma luterana, sono state oggetto di distruzione e le sue uniche reliquie restanti si trovano a Santa Maria di Licodia, in provincia di Catania, all’interno del simulacro conservato in Chiesa Madre. Nelle sacre immagini, Santa Geltrude è raffigurata con, nelle mani, un bastone pastorale e il libro della regola monastica.