Per i giovani credenti, Gesù è una figura centrale, ma per coloro che da piccoli hanno frequentato la Chiesa per poi allontanarsi, la conoscenza di Lui è superficiale
Gesù è una figura importante nella vita di ogni credente, che ha imparato a conoscerlo, amarlo, e ad avere un contatto più profondo con Lui, attraverso l’ascolto della Parola, della Santa Messa e pregando con devozione e fede sincera.
Tuttavia, per coloro che hanno frequentato il catechismo da piccoli, e poi si sono allontanati, crescendo, si nota come, nelle loro parole, non vi sia Gesù. Accade spesso: da bambini, si va al catechismo, si fa la Comunione e poi la Cresima. Poi, cosa accade? Crescendo, le priorità cambiano, i valori anche, e molti si allontanano.
Molti si dicono delusi dalla Chiesa, altri semplicemente non sentono la connessione e la necessità di far entrare Dio nella loro vita. E quando parlano di spiritualità, parlano solo di Dio, ma nelle loro parole non c’è connessione tra il Padre e Gesù. Ma quali sono le possibili cause di questo allontanamento?
Perché i giovani fanno fatica a credere e nelle loro parole, Gesù è assente
Nei giovani credenti, sentire Gesù è importante, e pregando intensamente, leggendo il Vangelo e mettendosi in profonda connessione con Lui, riescono a sentirlo vicino.

I giovani che si sono allontanati, al contrario, vivono come una sorta di rifiuto, che in realtà non è nei confronti di Gesù, ma della Chiesa. Ascoltano notizie o anche cose per sentito dire, notano aspetti incoerenti all’interno di essa e si allontanano, finendo per avere un rifiuto anche nei confronti di Nostro Signore.
In molti, peraltro, lamentano diversità tra il modo di vivere predicato da Gesù e certe contraddizioni della Chiesa. Altri, invece, non riescono a credere che Gesù Cristo sia Dio. Molti lo considerano un profeta, e trovano non credibile che sia realmente risorto.
Tra le cause di questo atteggiamento di rifiuto e non credenza, può esserci anche una formazione catechistica debole, che ha mancato di trasmettere Gesù come il fulcro della nostra religione, e non come un personaggio come tanti. In sostanza, è un po’ come se fosse visto, da chi non crede, come il personaggio di una storia, lontana 2000 anni, che però non trova riscontro nella realtà odierna.
Il cristianesimo è ridotto a una filosofia basata su moralismo e riti considerati obbligatori. E a questo proposito viene da citare Padre Pio, che sulla Santa Messa diceva: «Se la gente sapesse cos’è la Messa, dinanzi alle chiese occorrerebbero i carabinieri per governare le folle».
Il cristianesimo è molto più di semplici regole e riti, o moralismo. Stiamo parlando di un incontro che cambia la vita, e sconvolge ogni previsione: è l’incontro con un Dio che ama incondizionatamente e che vuole solo una cosa, ossia il nostro bene.