Giornata di preghiera contro la tratta: l’appello di Joy per chi ha bisogno di aiuto

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Joy Ezekiel (www.vita.it)
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Lo scorso 8 Febbraio si è celebrata in tutto il mondo una giornata di preghiera contro la tratta di esseri umani, un fenomeno devastante che continua a mietere vittime innumerevoli.

Tra le voci che si alzano in questa giornata speciale, quella di Joy Ezekiel è particolarmente toccante. Joy non ha paura di condividere il suo nome e la sua storia, perché ogni sua parola è intrisa di sofferenza e speranza. “Oggi preghiamo per coloro che sono ancora prigionieri della tratta e per quelli che hanno trovato il coraggio di uscire da questa forma di sfruttamento”, afferma con fermezza.

Fuga dalla povertà

La storia di Joy inizia in Nigeria, dove, a soli 23 anni, la sua famiglia, disperata e in difficoltà economiche, ha deciso di affidarla ai trafficanti. “Mi hanno promesso un futuro migliore, un lavoro dignitoso e la possibilità di aiutare la mia famiglia”, racconta Joy. Purtroppo, la realtà si è rivelata ben diversa. Joy ha dovuto affrontare un viaggio terribile, attraverso il deserto, in condizioni disumane, circondata da privazioni e sofferenza. Quando finalmente è arrivata in Libia, il suo incubo è appena cominciato.

L’inferno libico

Joy racconta di essere stata rinchiusa in un lager libico, un luogo di tortura e violenza. “Abbiamo subito ogni tipo di abuso. Ho visto ragazze della mia età e anche più giovani subire violenze indicibili”, racconta, con la voce rotta dall’emozione. La sua testimonianza è segnata dalla memoria di Grace, una ragazzina di appena 13 anni, che ha perso la vita tra le sue braccia dopo essere stata violentata. “Mentre moriva, mi chiedeva di pregare per lei. Ho pregato tanto, ma sembrava che nulla potesse salvarci.”

Nelle mani dei trafficanti

Una volta arrivata in Italia, Joy credeva di poter finalmente trovare aiuto, ma la realtà era ben diversa. “I trafficanti mi hanno fatto uscire dal centro di detenzione, ma non per liberarmi. Mi hanno gettato sulla strada, senza alcuna protezione”, dice. La rete dei trafficanti è estremamente ben organizzata e, anche se riesci a sopravvivere alla traversata, non sei mai veramente libero. “Ti incatenano con il ricatto, minacciando di fare del male alla tua famiglia se non fai quello che dicono”, spiega Joy. Un debito di 35.000 euro per il viaggio, che in realtà non avrebbe mai dovuto esistere, cresceva ogni giorno, spingendola a prostituirsi.

Giornata di preghiera contro la tratta: l'appello di Joy per chi ha bisogno di aiuto
Terrazzo di Casa Rut (www.vita.it)

La forza dei sogni

Nonostante le atrocità vissute, Joy ha trovato la forza nei suoi sogni. “Ho sempre voluto cantare, e quel desiderio mi ha dato la forza per resistere“, dice. Ha tentato di scappare una volta, ma è stata punita severamente. È stata una donna, una sconosciuta, a offrirle un barlume di speranza. “Mi ha dato un numero di telefono da chiamare per chiedere aiuto. Quella sera mi sono inginocchiata e ho pregato, chiedendo a Dio di mostrarmi una via d’uscita.”

Dopo un lungo percorso di sofferenza, Joy è riuscita a trovare rifugio presso Casa Rut, un centro di accoglienza per donne vittime di tratta, fondato da suor Rita Giaretta a Caserta. “Quando sono arrivata lì, ho sentito per la prima volta di essere una persona, e non solo una vittima”, racconta. La mattina seguente, Joy ha compreso quanto fosse arrabbiata con Dio per aver pensato che l’avesse abbandonata. “Ora cerco di raccontare la mia storia non solo per far conoscere la sofferenza, ma anche come fonte di speranza. Voglio che si sappia che c’è sempre la possibilità di rialzarsi e andare avanti.”

Joy lancia un appello a tutti coloro che scelgono di voltarsi dall’altra parte: “Non siate complici. Queste persone potrebbero essere le vostre mogli, le vostre figlie. Chi chiede aiuto oggi potrebbe aver bisogno di un gesto di umanità.” La sua storia è un invito a riflettere e ad agire per combattere la tratta di esseri umani, un crimine che non può essere ignorato.

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