Ci hanno sempre detto che, anche quando si è ancora in vita, si può essere santi ed aspirare alla santità. Quanto è vero tutto questo?
Diversi sono stati gli esempi che, nel corso degli anni e dei secoli, abbiamo potuto vedere anche dal vivo, uno su tutti i Santi del nostro secolo, come Padre Pio da Pietrelcina, o il più recente Carlo Acutis.
C’è un santo, però, a noi molto vicino, che ci propone un decalogo molto semplice da seguire per aspirare alla santità. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Giovanni XXIII ci dice come diventare santi
La santità è un qualcosa alla quale tutti pensiamo, ma non sempre siamo sicuri che possiamo raggiungerla, almeno secondo quelle che sono le nostre convinzioni. Siamo consci di essere peccatori, e pensiamo che il diventare santi o aspirare alla gloria del paradiso possa essere qualcosa che non ci appartiene. Ma non è così.
Un esempio lo abbiamo avuto anche da alcuni santi che non hanno rinunciato a “pensare” alla loro sanità già da vivi, ma mai avrebbero pensato poi che, un giorno, potessero arrivare a diventarlo. Papa Giovanni XXIII, forse, non avrebbe mai pensato che, un giorno, sarebbe diventato santo. Eppure la Chiesa ne ha riconosciuto le sue virtù e lo ha proclamato Santo e, lo scorso 11 ottobre, la chiesa ha dato memoria della sua festa liturgica.
E, proprio San Giovanni XXIII aveva stilato un decalogo con alcune piccole “regole” se così possono essere chiamate per aiutarci a migliorare il corpo, la mente e lo spirito. Un vero e proprio decalogo che è stato pubblicato e reso noto per la prima volta nel 2006 e, su di esso, il Cardinale Bertone tenne anche un’omelia per spiegare di cosa si trattasse.
Il suo decalogo giornaliero
Un decalogo giornaliero che scandisce quasi ogni momento della giornata, con la preghiera e non solo. Vediamo insieme quali sono questi punti:
- Il primo di questi è: “cercherò di vivere positivamente la giornata senza voler risolvere tutti i problemi della mia vita in una volta.;
- Il secondo è: “avrò la massima cura del mio aspetto: mi vestirò con modestia; non alzerò la voce; sarò cortese nel mio comportamento; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o di disciplinare nessuno tranne me stesso”;

- Il terzo: “sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice, non solo nell’altro mondo, ma anche in questo”;
- Il quarto è: “mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che tutte le circostanze si adattino ai miei desideri”;
- Il quinto: “dedicherò 10 minuti del mio tempo a una buona lettura, ricordando che così come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima”;
- Il sesto: “farò una buona azione e non lo dirò a nessuno”;
- Il settimo: “farò almeno una cosa che non mi piace fare; e se verrò ferito, mi assicurerò che nessuno se ne accorga”;
- L’ottavo: “mi farò un piano: forse non lo seguirò alla lettera, ma lo farò. E starò in guardia contro due mali: la fretta e l’indecisione;
- Il nono: “crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona Provvidenza di Dio si prende cura di me come di nessun altro che esista in questo mondo”;
- Il decimo ed ultimo: “non avrò paure. In particolare, non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nella bontà”.