I cugini francesi: cristianofobici. E non lo dicono gli italiani

La Francia sempre più scristianizzata: secondo un rapporto dell’intelligence francese, una chiesa scompare ogni due settimane fra atti di vandalismo, incendi e profanazioni. La Francia sempre più scristianizzata: secondo un rapporto dell’intelligence francese, una chiesa scompare ogni due settimane fra atti di vandalismo, incendi e profanazioni.
Incendio alla Basilica di Notre Dame nel 2019 (www.medjugorje.it)
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Con quasi 50 attacchi nel 2024, il patrimonio religioso è a rischio crescente, e l’antisemitismo è in aumento.

La Francia sempre più scristianizzata: secondo un rapporto dell’intelligence francese, una chiesa scompare ogni due settimane fra atti di vandalismo, incendi e profanazioni.  La situazione attuale della cultura cristiana nella nazione d’oltralpe è allarmante e merita attenzione. Il paese, che vanta una ricca eredità religiosa, sta affrontando una crescente cristianofobia che si manifesta attraverso atti di vandalismo, incendi dolosi e profanazioni. Secondo un rapporto dell’intelligence francese, ogni due settimane una chiesa scompare, sollevando interrogativi inquietanti sulla sicurezza e il rispetto delle tradizioni religiose.

Manifestazioni di cristianofobia nella vita quotidiana

Nel solo anno 2024, si sono registrati quasi 50 atti di incendi dolosi contro luoghi di culto cattolici, con un incremento di oltre il 30% rispetto all’anno precedente, che già contava 38 attacchi. Questi dati evidenziano non solo la gravità della situazione, ma anche un problema di sicurezza che sembra essere stato trascurato dalle autorità. Paradossalmente, mentre la comunità ebraica francese ha subito un incremento del 62% di aggressioni, i cristiani affrontano una forma di violenza e odio che, sebbene meno visibile, è altrettanto devastante.

La cristianofobia in Francia non si limita a incendi e vandalismi. Essa si manifesta anche attraverso interruzioni delle celebrazioni religiose e attacchi verbali. In un episodio inquietante, un uomo ha interrotto una messa nella chiesa di Saint-Germain-en-Laye, mostrando gesti osceni e gridando frasi provocatorie. Questa violenza non è un caso isolato, ma parte di un quadro più ampio in cui il cristianesimo è costantemente messo alla prova.

L’analisi del fenomeno cristianofobico rivela una strategia ben definita: distruzione fisica dei luoghi di culto e profanazione e furto di oggetti sacri, come statue di santi e tabernacoli. Un esempio emblematico è la chiesa di Saint-Hilaire-le-Grand a Poitiers, che ha subito ben due incendi in un solo anno, distruggendo un patrimonio artistico e spirituale di inestimabile valore. Inoltre, la chiesa di Notre-Dame-des-Enfants a Nîmes ha subito una delle profanazioni più gravi, la cui natura è talmente scioccante che le cronache stentano a riportarla.

L’analisi del fenomeno cristianofobico rivela una strategia ben definita:
Distruzione fisica dei luoghi di culto, profanazioni e furti

La risposta delle autorità e il futuro della religione

Le autorità francesi sembrano non dare la giusta importanza a questi eventi. Secondo Edouard de Lamaze, presidente dell’Observatoire du patrimoine religieux, ogni anno si registrano circa mille attacchi anticristiani. Se la situazione non cambia, si prevede che entro il 2030 il 10% del patrimonio religioso francese sarà distrutto o abbandonato, corrispondente a circa cinquemila chiese a rischio scomparsa.

In questo contesto, la comunità cattolica è chiamata a reagire. È fondamentale che le autorità rispondano con maggiore fermezza contro atti di vandalismo e profanazione. Solo così si potrà sperare di fermare l’accelerazione di una scristianizzazione violenta e opprimente che minaccia di cancellare secoli di storia e cultura dal panorama francese. La sfida è grande e la risposta della società civile, delle istituzioni e della comunità religiosa sarà fondamentale per affrontare questo fenomeno.

 

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