I Dieci Comandamenti entrano alla Sapienza: la fede incontra la ragione all’università

Un evento che unisce due mondi spesso considerati distanti — fede e sapere — e che intende parlare ai giovani con un linguaggio nuovo, più vicino, più vero Un evento che unisce due mondi spesso considerati distanti — fede e sapere — e che intende parlare ai giovani con un linguaggio nuovo, più vicino, più vero
Università La Sapienza di Roma e Don Fabio Rosini (www.medjugorje.it)
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A Roma, la nuova stagione pastorale si apre con un segno forte e inatteso: le catechesi sui Dieci Comandamenti arrivano all’Università “La Sapienza”.

Un evento che unisce due mondi spesso considerati distanti — fede e sapere — e che intende parlare ai giovani con un linguaggio nuovo, più vicino, più vero. Don Fabio Rosini e don Gabriele Vecchione rilanciano così l’urgenza di un annuncio cristiano che tocchi mente e cuore, restituendo credibilità e calore alla missione della Chiesa.

Fede e ragione: un dialogo che ricomincia

L’anno pastorale romano si apre con un’iniziativa inedita: le catechesi sui Dieci Comandamenti, da anni cuore del cammino spirituale ideato da don Fabio Rosini, arrivano anche all’interno dell’Università La Sapienza. Due percorsi distinti ma complementari: il primo, dal 6 ottobre, nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli, guidato da don Rosini stesso; il secondo, dal giorno successivo, nella cappella universitaria della Divina Sapienza, rivolto esclusivamente agli studenti e condotto da don Gabriele Vecchione, nuovo cappellano dell’ateneo e vicedirettore dell’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma.

Un passaggio significativo per un cammino iniziato oltre trent’anni fa nella parrocchia di Santa Maria Goretti, pensato per avvicinare i giovani a un incontro personale e quotidiano con Cristo. Ma, come osserva don Rosini, i tempi sono cambiati: “Trent’anni fa i ragazzi erano più solidi, oggi sono fragili e impauriti. Hanno bisogno di essere accompagnati con pazienza. Ciò che manca è una vera paternità spirituale”.
Secondo il sacerdote, anche la Chiesa deve ripensare il modo di esercitare l’autorità: “Abbiamo trascurato l’urgenza dell’evangelizzazione. Servono preti che sappiano parlare a questa generazione, comprendendo le sue paure e i suoi desideri”.

È proprio in quest’ottica che nasce la scelta di portare i Dieci Comandamenti nel cuore dell’università. Non si tratta solo di una proposta religiosa, ma anche di un ponte tra fede e ragione, tra spirito e intelligenza. “In un luogo come La Sapienza — spiega don Vecchione — è naturale che la fede mostri la sua dimensione razionale. Il cristianesimo è logico, coerente, capace di dialogare con il pensiero umano più alto”.
Una “proposta di fede intelligibile”, che prende sul serio chi ascolta, offrendo risposte vere alle domande dell’esistenza.

Il giovane sacerdote conosce bene il valore di questo percorso: seguì le catechesi nel 2009, da seminarista, e le definisce “fondamentali”. “Mi hanno insegnato che la fede è gioia, che Dio sorride ai suoi figli. I Dieci Comandamenti hanno una forza trasformante: li ascolti una volta e ti restano nel cuore per sempre”, racconta.

Il giovane sacerdote conosce bene il valore di questo percorso: seguì le catechesi nel 2009, da seminarista, e le definisce “fondamentali”
Don Gabriele Vecchione (www.medjugorje.it)

Una Chiesa che torna ad abitare i luoghi dei giovani

La novità non si ferma alle catechesi. La cappella della Sapienza sarà presto dotata di una cripta trasformata in aula studio, aperta a tutti gli studenti, credenti e non. “Vogliamo che diventi un luogo vivo — spiega don Vecchione — dove si possa studiare, incontrarsi, partecipare a conferenze e mostre. Una casa per chiunque cerchi silenzio, dialogo, cultura”.
Un’iniziativa che intende restituire alla Chiesa il suo volto più accogliente, lontano da giudizi e moralismi: una comunità che accompagna invece di condannare.

Ogni domenica, inoltre, alle 11 si celebra la Messa nella cappella universitaria (ingresso da Piazzale Aldo Moro), segno di una presenza che non vuole essere episodica ma costante. “Non sono i giovani ad aver abbandonato la Chiesa — riflette don Gabriele — ma spesso è la Chiesa ad aver smesso di cercarli davvero”.
Parole che trovano eco anche in don Rosini, che parla di una crisi di paternità e di adultità: i ragazzi non mancano di fede, ma cercano figure credibili, capaci di ascoltare e di guidare. “Se un adulto si prende cura di loro con amore, i giovani rispondono. Ma se li giudichiamo o ignoriamo la loro fragilità, li perdiamo”.

La sfida, dunque, è duplice: rinnovare l’annuncio e rendere nuovamente interessante il messaggio cristiano. Troppo spesso, secondo i due sacerdoti, le proposte ecclesiali sono o fredde e moralistiche, o eccessivamente emozionali, incapaci di durare nel tempo. “Le grandi esperienze, come la Giornata Mondiale della Gioventù, sono bellissime — osserva don Rosini — ma poi serve un percorso quotidiano che aiuti a portare quella gioia nella vita di ogni giorno”.
Ed è proprio questo l’obiettivo delle catechesi sui Dieci Comandamenti: un cammino concreto, equilibrato, capace di parlare alla ragione e al cuore insieme.