Giuseppina, volontaria della Vigna di Rachele, ha raccontato come la sua vita sia profondamente cambiata dopo il pellegrinaggio a Medjugorje.
Nel corso della vita possono capitare momenti molto difficili in cui si perdono i riferimenti e si comincia a percorrere una strada completamente sbagliata. Sono proprio quelle le situazioni dove è importante chiedere aiuto a Dio e alla Vergine Maria. In tanti sono riusciti a ritrovare la pace e la serenità recandosi a Medjugorje, dove sono stati travolti dall’amore della ‘Regina della Pace’ e hanno potuto così superare le difficoltà e ricominciare una nuova esistenza immersi nella luce di Dio.
Una testimonianza che ha commosso molti è quella di Giuseppina, oggi volontaria della Vigna di Rachele, un apostolato internazionale che ha come obiettivo quello di curare le ferite umane e spirituali causate dall’aborto volontario. Giuseppina, come ha raccontato al sito ‘Lanuovabq.it’, è riuscita a riprendere in mano la propria vita proprio grazie a un pellegrinaggio a Medjugorje.
Il tradimento, l’aborto, l’inquietudine: Medjugorje ha salvato Giuseppina
Nel suo racconto è partita dall’inizio, ovvero da quando una relazione extraconiugale con un medico rovinò il suo matrimonio con un uomo che l’amava tanto e con cui aveva anche un figlio di due anni. Quando rimase incinta del medico un’amica le consigliò di abortire: in un primo momento Giuseppina, cresciuta in una famiglia cattolica, era restia a questa soluzione, ma alla fine si convinse.

Nel settembre 1991 Giuseppina abortì: “Quando poi uscii dalla sala operatoria, ero tramortita, non capivo bene, mi sentivo stuprata“, spiega, aggiungendo che poco dopo chiese la separazione da suo marito e scappò a Roma. Anche nella Capitale la relazione con il medico proseguì, dato che l’uomo andava a trovarla periodicamente.
Giuseppina cominciò poi una nuova relazione con uomo originario dei Caraibi, anche lui con un figlio più piccolo. I due si sposarono ma anche quel matrimonio naufragò presto. Dentro di sé Giuseppina provava una forte inquietudine, soprattutto spirituale a causa della religione sincretista dell’ormai ex marito. In più le cose andavano male anche sul piano economico, tanto che la donna venne licenziata.
Tutto cambiò quando Giuseppina decise di accettare l’invito a recarsi in pellegrinaggio a Medjugorje. “Io penso che la Madonna sia stata la stella che mi ha guidato nel mio cammino di conversione“, ha detto la donna a ‘Lanuovabq’, spiegando poi che al suo ritorno a casa si offrì di aiutare gratuitamente una volta a settimana il nuovo parroco della sua Chiesa.
Giuseppina e la rinascita con la Vigna di Rachele: “Ha liberato il mio cuore, non ho mai amato così”
Proprio il nuovo sacerdote affisse sulla bacheca della Chiesa il volantino riguardante la Vigna di Rachele. Giuseppina si informò sull’apostolato e nello stesso anno scelse di partecipare al ritiro: “Mi cambiò la vita perché presi consapevolezza di questo mio essere morta insieme al mio bambino. Un pezzo di me, come donna, era morta con lui – le sue parole – Quel ritiro mi ha dato la chiave di lettura per potermi perdonare e ha liberato completamente il mio cuore. E questo ha favorito il mio incontro totale con Gesù e mi ha donato una capacità d’amare che io fino allora non avevo avuto“.
Oggi Giuseppina vuole mandare un messaggio importante alle altre donne, ovvero quello di non abortire e di farsi aiutare quando sopraggiungono pensieri di questo tipo. Quando si arriva all’aborto volontario, conclude la volontaria della Vigna di Rachele, “è una vittoria di Satana, perché è sangue innocente“: solo la misericordia di Gesù può salvare, proprio come è accaduto con lei.