Un Santo che conosceva quasi tutto - www.medjugorje.it (photo: TV2000)
Una figura centrale nella storia della Chiesa è quella che si celebra oggi, 15 novembre. Un santo che ha arricchito la sua fede anche con lo studio approfondito di tutto ciò che è attorno a noi.
Lui, Sant’Alberto Magno, non è stato solo un Vescovo, ma anche un uomo dotto, acculturato, scrittore e filosofo. Tanto che è riconosciuto, non solo nella Chiesa ma nel mondo, con un appellativo molto importante: quello di “Doctor Universalis”.
Conosciamolo meglio ed approfondiamo ancora di più la vita di questo Santo e ciò di cui era a conoscenza.
Oggi, 15 novembre, la Chiesa celebra la festa liturgica di Sant’Alberto Magno, detto anche “Alberto il Grande”, vescovo di Colonia appartenente all’ordine dei domenicani. È stato un uomo di chiesa sì ma, dall’altro lato anche un uomo dotto ed erudito: considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del Medioevo, era anche un perfetto conoscitore delle scienze greche, latine e arabe.
La sua conoscenza era davvero immensa e spaziava dalle materie umanistiche, a quelle scientifiche, poiché è stato, anche, un grande studioso di logica, fisica, astronomia, biologia, botanica, zoologia, mineralogia e chimica. Ma entriamo nel dettaglio della sua vita.
Nato in Svevia agli inizi del 1200, da giovane fu mandato a proseguire i suoi studi presso l’Università di Padova, città famosa per la sua cultura delle arti liberali, per le quali il giovane aveva una speciale predilezione. Nel 1223, mentre studiava filosofia a Padova, dopo aver ascoltato i sermoni del beato Giordano di Sassonia, secondo maestro generale dell’Ordine dei predicatori, decise di entrare nel medesimo Ordine dei domenicani.
Nel 1240 si recò a Parigi dove si laureò in teologia e fu proprio presso questa università che fu dichiarato primo maestro di teologia, insegnamento che ha annoverato fra i suoi allievi anche Tommaso D’Aquino. Fu proprio insieme a quest’ultimo che, al Capitolo generale dell’ordine, elaborò le norme per la direzione degli studi e per la determinazione del sistema di meriti all’interno dell’ordine.
È stato anche a Roma e, proprio durante la sua permanenza nella città papale, colse l’occasione per commentare il Vangelo secondo Giovanni. Dal 1260 al 1262 è stato anche alla guida della diocesi di Ratisbona e, nel 1274, fu invitato da papa Gregorio X a partecipare ai lavori del secondo Concilio di Lione, alle cui conclusioni prese parte attiva.
Il suo antico spirito e vigore tornarono a galla nel 1277, quando fu annunciato che l’arcivescovo di Parigi ed altri volevano condannare gli scritti di Tommaso perché li consideravano poco ortodossi. Per tale motivo si mise in viaggio alla volta di Parigi, deciso a difendere la memoria del suo discepolo. Ma, nonostante la grandezza degli studi compiuti e la mente sempre attiva, intorno al 1278, fu proprio la memoria ad iniziare a fargli un brutto scherzo.
Si narra che abbia trascorso la fase terminale della sua esistenza nel più totale isolamento, amareggiato per un notevole cedimento della memoria manifestatosi nel corso di un incontro pubblico. Morì nel 1280. È stato canonizzato nel 1931 e, dieci anni dopo, Papa Pio XII lo ha dichiarato patrono dei cultori delle scienze naturali.
Ed è proprio il suo esser stato indicato come “Doctor Universalis”, profondo conoscitore delle arti, della filosofia e non solo, gli ha permesso l’appellativo anche di Magno.