Il Gloria è una delle preghiere più antiche e amate della tradizione cristiana, utilizzata principalmente nella liturgia della Messa.
La sua origine risale ai primi secoli del cristianesimo ed è il frutto della riflessione teologica della Chiesa primitiva, che cercava di esprimere in modo sintetico la sua lode a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Il Gloria – evoluzione del testo
Le radici Gloria si trovano nell’antico inno angelico che accompagna la nascita di Gesù, nel Vangelo di Luca (2,14), quando gli angeli cantano “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Fino al V secolo il Gloria venne arricchito con elementi che evidenziassero la centralità della Trinità nella fede cristiana tramite una serie di lodi a Dio Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
La forma definitiva della preghiera è stata elaborata nel 2020 ed inserita nella nuova edizione del Messale dal 29 novembre dello stesso anno insieme alle altre modifiche tra cui il Padre Nostro.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, il Gloria viene presentato come un inno che afferma la grandezza di Dio, esprimendo la fede nella Sua divinità e nella salvezza che Egli offre all’umanità. È una preghiera di lode che ci invita a unire le nostre voci a quelle degli angeli, che nella liturgia celeste cantano incessantemente la gloria di Dio.
Il Testo
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre Onnipotente, Signore Figlio unigenito Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre Tu che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi, Tu che togli i peccati del mondo accogli la nostra supplica, Tu che siedi alla destra del Padre abbi pietà di noi, perchè Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo Gesù Cristo, con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. Amen”.
Curiosità ed uso
Un aspetto curioso del Gloria è che, nonostante sia utilizzato durante la Messa in molte occasioni, non viene recitato durante il periodo di Avvento e di Quaresima, in segno di penitenza e di preparazione, quando la Chiesa vive un momento di maggiore sobrietà.
Infine, un aspetto affascinante riguarda la melodia con cui il Gloria è stato cantato nei secoli: nel Medioevo, ad esempio, veniva eseguito con melodie gregoriane, che conferivano alla preghiera un carattere solenne e mistico.
Oggi, il Gloria può essere cantato o recitato, ma il suo significato profondo di lode a Dio resta invariato, invitando i fedeli a partecipare attivamente alla vita liturgica e a rendere gloria a Dio per la sua infinita bontà e misericordia.