Il misterioso legame tra il “Vaticano Tre” e la salute dei Papi: dal Gemelli a Castel Gandolfo

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La figura del Papa è da sempre avvolta da un’aura di santità che genera rispetto e meraviglia non solo tra i cristiani. Nei periodi del Conclave i fedeli attendono con trepidazione l’annuncio del nuovo pontefice.

Dal momento in cui si pronuncia l’“Habemus Papam”, gli sguardi si rivolgono verso il balcone di San Pietro, dove il nuovo Papa si affaccia per elargire le prime benedizioni pronunciando parole di conforto al popolo in festa.

Tuttavia, il cammino di questi guide spirituali non è privo di ostacoli, e la salute dei Papi è un tema delicato che merita un’attenzione particolare.

La transizione della cura papale

Fino al 1981, i Papi venivano curati all’interno del Vaticano. Questa prassi cambiò drammaticamente in seguito all’attentato subito da Giovanni Paolo II il 13 maggio di quell’anno. Il Papa, colpito da un proiettile sparato da Mehmet Ali Agca, fu rapidamente trasportato al Policlinico Gemelli, un ospedale situato ad oltre cinque chilometri dal Vaticano. Quella che era una struttura già ben attrezzata divenne nota come “l’ospedale del Papa”. Il chirurgo Francesco Crucitti, insieme al suo team, riuscì a salvare la vita di Giovanni Paolo II al termine di un intervento chirurgico complesso e rischioso.

Fino a quel momento, i Papi, come detto, ricevevano assistenza medica nei loro appartamenti o in Vaticano. Ecco alcuni esempi significativi:

  1. Pio XII morì a Castel Gandolfo, residenza estiva dei pontefici.
  2. Giovanni XXIII affrontò un tumore allo stomaco e morì nel suo appartamento in Vaticano il 3 giugno 1963.
  3. Paolo VI subì un intervento alla prostata nel 1967 all’interno del Vaticano.
  4. Giovanni Paolo I morì nel sonno nel suo appartamento, alimentando speculazioni e teorie del complotto.

Il “vaticano tre” e le sue implicazioni

Dopo l’attentato, Giovanni Paolo II tornò al Gemelli altre sei volte per vari problemi di salute. In un’occasione, nel 1996, scherzò dicendo: “Il Vaticano Uno sta in piazza San Pietro, il Vaticano Due è a Castel Gandolfo, il Vaticano Tre è diventato il Policlinico Gemelli”. La sua ultima degenza al Gemelli avvenne nel marzo del 2005 e si concluse con il suo rientro in Vaticano per morire nel suo appartamento il 2 aprile, assistito proprio dai medici del Gemelli.

Benedetto XVI, invece, non ha mai usufruito dei servizi del Policlinico Gemelli per ricoveri, ma vi si recò per visitare il fratello Georg, malato. La salute dei Papi è un tema che ha sempre suscitato preoccupazione e attenzione, e con l’avanzare dell’età di Papa Francesco, attuale pontefice, la questione è diventata ancora più rilevante. Con i suoi 88 anni, è tra i Papi più longevi della storia e ha già dovuto affrontare diversi problemi di salute.

Il Policlinico Gemelli
Il Policlinico Gemelli (www.avvenire.it)

L’attenzione sulla salute dei Papi

Negli ultimi tempi, Francesco ha dovuto recarsi al “Vaticano Tre” per controlli medici, riaccendendo l’attenzione sulla salute dei Papi e sulle strutture che li assistono. Il Policlinico Gemelli non è l’unica struttura di riferimento; esiste anche un “Vaticano Quattro”, rappresentato dall’ex Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, ora noto come Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola. Sebbene Francesco non sia mai stato ricoverato qui, è stato visto più volte per controlli medici, sempre condotti con il massimo riserbo.

La salute dei Papi è un argomento che va oltre la semplice questione medica; tocca la vita quotidiana di milioni di fedeli nel mondo. La figura del Papa è un simbolo di stabilità e guida spirituale, e la sua salute influisce sulla vita della Chiesa cattolica e sulla fiducia dei fedeli. La transizione da una cura prevalentemente vaticana a una più aperta e strutturata come quella offerta dal Policlinico Gemelli segna un cambiamento significativo nella gestione della salute papale, riflettendo anche le evoluzioni della medicina e della società moderna.

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