Il suo esser Papa ha lasciato il segno nella Chiesa, la sua dolcezza, il suo parlare e il suo porsi hanno fatto sì che restasse impresso nel ricordo di tantissime persone.
Era il 28 ottobre del 1958, quando la vita di Angelo Roncalli, allora Patriarca di Venezia, cambiò completamente. Lo attendeva l’elezione al soglio di Pietro, un’elezione che in pochi si aspettavano, vista la sua età non più tanto giovane.
Eppure si tratterà di un Papato che lascerà un segno indelebile nella storia: quello del Concilio Vaticano II.
Giovanni XXIII: un Papa che in molti aspettavano
Nessuno avrebbe mai pensato di mettere da parte o anche di rinnovare il primo Concilio Vaticano, quello che aveva segnato la storia della Chiesa e che aveva gettato le basi di tutta la liturgia che, da secoli, era stata portata avanti. Ma qualcuno sentiva la necessità di quel cambiamento che avrebbe portato i fedeli a sentirsi ancora più partecipi della celebrazione Eucaristica.
Lui, Giovanni XXIII, aprirà il Concilio Vaticano II, che cambierà la storia. Un Pontefice diverso dagli altri, che voleva far sì che la Messa fosse più vicina proprio a chi vi partecipava. Angelo Roncalli non era fra i designanti al soglio di Pietro, ma il conclave lo porterà proprio quel 28 ottobre a salire alla guida della Chiesa.
Giovanni XXIII è stato il 261° Pontefice della storia della Chiesa. La sua età avanzata (aveva 77 anni all’epoca dell’elezione) unita alla sua personale modestia, siano stati tra i principali motivi di scelta da parte del collegio cardinalizio, orientato a eleggere un papa di transizione. Il suo calore umano, il buon umore e la sua esperienza diplomatica, lo hanno accompagnato nel corso del suo Pontificato, attirando verso di se anche la stima dei non cattolici.
La scelta del nome non è stata casuale
Anche la scelta del suo nome, inizialmente, suscitò grande clamore: “Giovanni” era un nome che nessun papa adottava da secoli, l’ultimo a portarlo era stato un antipapa, tale Giovanni XXIII, durante il Grande Scisma d’Occidente.

C’è stato un avvenimento, però, che colpì tutti al momento della sua elezione: al momento dell’apertura della Cappella Sistina per l’ingresso di monsignor Alberto di Jorio, segretario del Conclave, questi si inginocchiò in segno di omaggio davanti proprio a Roncalli.
Lui era ancora vestito degli abiti cardinalizi, si tolse lo zucchetto e glielo posò in testa, fra la sorpresa dei cardinali presenti. In molti lo definirono quasi un segno premonitore per colui che sarebbe diventato, poi, il nuovo Pontefice. Il suo è stato un pontificato all’insegna dell’ecumenismo ma soprattutto dell’apertura verso i fedeli.
In tantissimi lo hanno definito “il Papa buono”, non solo perla sua effettiva bontà nel rivolgersi ai piccoli e agli ultimi, ma anche perché questo nome è stato di profondo e diretto significato per la Chiesa. La convocazione del Concilio Vaticano II, nel 1962 (concluso, poi, dal suo successore, Paolo VI) è stato l’evento più importante del suo pontificato: un rinnovamento quanto anche un aggiornamento concreto per la Chiesa.