Ce lo siamo sempre chiesti: ma perché ci sono, nella maggior parte delle chiese e delle parrocchie, solo i “chierichetti”? Le ragazze non possono accedere a questo ministero?
In realtà da qualche anno, anche alle fanciulle e alle donne è permesso iniziare il cammino per servire all’altare. Anche se vengono ancora guardare con sospetto, la Chiesa ha aperto questo ministero anche alle donne.
Ma perché prima non era così? Qual era e qual è la funzione del chierichetto oggi? Cerchiamo di capirla insieme.
I ministranti: il loro ruolo significativo
È uno dei ministeri ai quali si avvicina sin da bambini e che poi, piano piano, si sente proprio anche in età giovanile e adulta: è quello del ministrante, meglio conosciuto con il termine più comune di “chierichetto”. La parola stessa deriva da “chierico”, ovvero colui che si trova sull’altare: e in effetti, la definizione non è del tutto sbagliata.
Inizialmente, si pensava che questo tipo di ruolo fosse solo ed esclusivamente per i ragazzi e per gli uomini. Questo era, almeno fino a una decina d’anni fa, un dato di fatto: fare il chierichetto era il primo “gradino” per poter, poi, entrare in seminario e, quindi, avviarsi agli studi per diventare sacerdote.
E così lo è stato anche nei secoli passati, il che giustificava anche il fatto che alle donne questo ministero era precluso. Ma, con il passare degli anni, e soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, le riforme sono state, piano piano, messe in atto e anche alle ragazze e alle donne è stato permesso l’ingresso fra i chierichetti, arrivando così anche a citare le “chierichette”.
Ragazze e donne servono all’altare
Al giorno d’oggi, sono tantissime le ragazze che si affacciano, anche incuriosite, a questo ministero e non manca chi inizia da bambina e, in età adulta ancora sente la chiamata a questo servizio. Servire all’altare: stare accanto al Signore, nel posto che, potremmo definire, è più vicino a Lui. Il ruolo del chierichetto è proprio quello del servizio, quanto all’altare, quanto anche di supporto al sacerdote durante le celebrazioni liturgiche.

C’è chi, dall’assemblea, guarda ai ministranti come la figura gioiosa che anima l’altare e, ora, guardando anche la presenza delle ragazze, lo è ancora di più. Come sempre, però, c’è chi storce il naso a questa novità, continuando ad affermare che si tratti solo di un servizio per maschi. Non è così: qualche anno fa, Papa Francesco incontrando proprio i ministranti provenienti da tutta Europa, elogiò a pieno anche la presenza delle donne sull’altare, che sono il segno della completezza per stare accanto al Signore.
Il servizio all’altare è un atto di amore e disponibilità, seguendo l’esempio di Gesù, il servo per eccellenza e l’esperienza di chierichetto è un cammino che aiuta i ragazzi a maturare, a crescere nella fede e a sviluppare le proprie qualità umane e spirituali, e agli adulti a rafforzare la loro fede. Dall’altro lato, i chierichetti più grandi possono fungere da esempio e guida per i più piccoli, promuovendo un’educazione tra pari.
Il che non è una cosa da poco…