Il silenzio che fa male: una riflessione sulla nostra indifferenza

Il silenzio che fa male: una riflessione sulla nostra indifferenza Il silenzio che fa male: una riflessione sulla nostra indifferenza
Il Vescovo Antonio Di Donna ed il termovalorizzatore di Acerra
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Il 27 febbraio 2025, il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, ha pronunciato un discorso che ha toccato profondamente la sua comunità e le istituzioni.

“Grazie, città di Acerra, perché porti da sola, in Campania, un peso così grande”, ha esordito, evidenziando il sacrificio e la sofferenza che la sua terra sta vivendo. Le sue parole risuonano come un grido di allerta nella coscienza collettiva, rivelando una realtà complessa e spesso ignorata: quella di una comunità che fronteggia l’inevitabile e drammatica dualità tra sviluppo e salute pubblica.

La questione del termovalorizzatore

La città di Acerra, situata nella provincia di Napoli, è tristemente nota per la presenza del suo termovalorizzatore, attivo dal 2009. Questo impianto, concepito per affrontare l’emergenza rifiuti che ha colpito la Campania per anni, si è trasformato in un simbolo di contesa e preoccupazione. Se da un lato rappresenta una soluzione a un problema urgente, dall’altro suscita interrogativi e timori legati alla salute dei cittadini e all’ambiente. L’operato di Antonio Di Donna non è solo un richiamo alla responsabilità, ma anche un appello alla consapevolezza di una comunità che merita di essere ascoltata e supportata.

La frattura tra istituzioni e cittadini

Il dibattito sulla chiusura del termovalorizzatore è emblematico della frattura tra le istituzioni e i cittadini. Molti residenti di Acerra si sentono abbandonati, costretti a subire le conseguenze di scelte politiche che sembrano ignorare le loro reali esigenze. La questione dei rifiuti in Campania è una problematica che si protrae da decenni, con picchi di emergenza che hanno portato a una gestione spesso inefficace e a una profonda sfiducia nelle autorità. Le parole del vescovo non sono solo una lamentela, ma una denuncia di un sistema che sembra prioritariamente orientato a gestire l’emergenza piuttosto che a garantire il benessere dei cittadini.

La storia di Acerra e le sue sfide

La storia di Acerra è strettamente legata a quella dei rifiuti in Campania. Negli anni ’80 e ’90, la regione ha affrontato una crisi dei rifiuti senza precedenti, culminata in un periodo in cui le strade erano invase da immondizia. Questa situazione ha portato a scelte drastiche, tra cui la costruzione di impianti come quello di Acerra, pensati per risolvere problemi immediati. Tuttavia, nel lungo termine, queste soluzioni hanno sollevato interrogativi sul loro impatto ambientale e sulla salute pubblica.

Le preoccupazioni dei cittadini non sono infondate. Studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione a sostanze tossiche rilasciate dai termovalorizzatori può avere effetti nocivi sulla salute, aumentando il rischio di malattie respiratorie e tumori. In una zona già segnata da una storia di inquinamento e malattie, il timore di un ulteriore aggravamento della situazione è palpabile. Per questo motivo, le parole del vescovo Di Donna, che parla di una “città crocifissa”, risuonano come una profonda verità, un eco di una sofferenza che affonda le radici nella storia e nella cultura di un popolo.

Il silenzio che fa male: una riflessione sulla nostra indifferenza
Un corteo di protesta ad Acerra con il Vescovo Di Donna – (www.osservatoreromano.va)

Un appello all’azione

La risposta delle istituzioni è spesso segnata da una tragica indifferenza. Le promesse di interventi e miglioramenti si susseguono, ma la realtà è che molte delle istanze dei cittadini rimangono inascoltate. Acerra è, quindi, il simbolo di una battaglia più ampia, quella di comunità che si sentono trascurate e abbandonate, costrette a lottare per il diritto a un ambiente sano e a una vita dignitosa. La frustrazione cresce, e il vescovo si fa portavoce di un grido che chiede attenzione e rispetto.

La situazione è complessa e richiede un approccio integrato che coinvolga non solo le istituzioni locali e regionali, ma anche i cittadini stessi. È fondamentale che la comunità di Acerra venga coinvolta nei processi decisionali, che le loro voci siano ascoltate e che le loro preoccupazioni siano affrontate. Solo così si potrà costruire un futuro migliore, in cui la gestione dei rifiuti non sia più vista come un peso, ma come una responsabilità condivisa.

In questo contesto, il messaggio del vescovo Di Donna diventa un appello a tutti noi: è il momento di superare l’indifferenza e di agire. La storia di Acerra non è solo la storia di una città, ma è un monito per tutte le comunità che si trovano a fronteggiare sfide simili. È tempo di riconsiderare il nostro approccio alla gestione dei rifiuti, al benessere della popolazione e alla salvaguardia dell’ambiente. In un mondo sempre più segnato dall’ineguaglianza e dal degrado ambientale, la responsabilità di ogni cittadino è fondamentale. La città di Acerra ha bisogno di più che parole: ha bisogno di azioni concrete e di un impegno collettivo per garantire un futuro migliore.

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