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Il suono delle campane rompe il silenzio: voce unica per la pace a Gaza

Un silenzio che non può più restare tale e, per questo motivo, in tanti sono stati a far rumore ieri sera alle ore 22. Anche le chiese hanno fatto sentire la loro voce tramite le campane.

A Gaza si continua a morire di fame, di malattie e di stenti e il mondo resta in silenzio a guardare. I potenti non fanno nulla, ma le persone comuni hanno deciso di dire “Basta” a tuto questo. In che modo? Quello più naturale possibile.

Fare rumore, tutti insieme, in un’unica e sola voce: perché il suono, il rumore, la voce solo possono dare forza e coraggio a chi sta soffrendo.

Le campane alle ore 22

Un’iniziativa nata anche un po’ per caso ma che ha visto in tantissimi partecipare, compresa la Chiesa. Solidarietà umana per Gaza, per quel popolo che sta soffrendo a cui nessuno vuole dare più voce: lì si muore di fame e di stenti, anche se i governanti dicono che tutto questo non è verità. Come si può rimanere silenti davanti a bambini che muoiono, a cibo di organizzazioni umanitarie che non arriva?

Queste sono state le tante motivazioni che hanno spinto “Pax Christi”, “Ultimo giorno di Gaza” e anche personaggi di punta del mondo accademico e sociale (come Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo), insieme a tanti parroci, monaci, suore, cardinali di quasi tutte le Diocesi sparsi per l’Italia, ad aderire ieri sera, alle ore 22, ad una sorta di suono unico proprio per Gaza.

Ecco il motivo dell’iniziativa

E dalla voce proprio di Monsignor Ricchiuti, presidente di “Pax Christi” che l’appello è stato divulgato dappertutto e tanti altri vescovi e cardinali hanno aderito. Lo stesso presidente andrà a breve, proprio a Tel Aviv, insieme ad una delegazione, per raggiungere le comunità palestinesi e tentare di dialogare con le autorità religiose e politiche di Israele.

Ecco il motivo – www.medjugorje.it

E ieri sera, dappertutto campane e sirene hanno suonato: da Assisi a Trento, da Napoli a Milano, passando anche Foggia, Parma e Reggio Calabria, solo per citare alcune delle città e delle chiese che hanno aderito all’iniziativa. Alle ore 22, un’unica voce, un unico suono di campane si è fatto sentire. La Chiesa che sceglie di schierarsi a favore di chi soffre, di non lasciare sola il popolo di Gaza, anche dopo l’attacco che la chiesa della “Sacra Famiglia” ha subito nelle scorse settimane, uno dei pochi centri di aiuto e soccorso alla popolazione ormai stremata.

Se da parte del Governo israeliano c’è la negazione delle sofferenza a Gaza, dall’altra parte del mondo c’è invece chi da voce a questo popolo.

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Rosalia Gigliano