Il brano del Vangelo di oggi ci mostra Gesù che, dopo aver portato a compimento la sua missione con la Passione, Morte e Risurrezione, ritorna al Padre.
Cristo prima di salire al cielo, affida ai discepoli il compito di essere testimoni della conversione e del perdono, promessa realizzata nel Suo Nome. Questo episodio, carico di gloria e speranza, non rappresenta un addio, ma un nuovo inizio: Gesù, pur invisibile, resta presente attraverso il dono dello Spirito Santo e l’opera della Chiesa. È un invito alla fiducia, alla testimonianza ed alla lode.
Dal Vangelo secondo Luca 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

La riflessione sul Vangelo di oggi
«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti»: con queste parole, Gesù apre il cuore e la mente dei discepoli alla comprensione delle Scritture. Tutto il mistero pasquale — Passione, Morte e Risurrezione — non è un imprevisto, ma l’adempimento del disegno salvifico di Dio (cf. Lc 24,26-27). Come Isaia aveva profetizzato: «Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità» (Is 53,5). La Risurrezione di Cristo è il fondamento della nostra fede (cf. 1Cor 15,14).
Nel nome di Gesù, dice il Vangelo, «saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati». Questo è il cuore del mandato missionario: annunciare che Dio è Padre misericordioso, sempre pronto ad accogliere il peccatore pentito. La conversione è un cammino quotidiano, che porta alla comunione con Dio e con i fratelli.
Prima di ascendere, Gesù promette ai discepoli lo Spirito Santo: «voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Lo Spirito è la forza della Chiesa, Colui che ci guida, ci santifica e ci rende capaci di essere veri testimoni (cf. Gv 14,26; At 1,8). L’Ascensione non lascia i discepoli nello sconforto, ma nella gioia: «tornarono a Gerusalemme con grande gioia». Perché sanno che il Signore non li abbandona, ma rimane presente in modo nuovo, nei sacramenti, nella Parola e nella comunità dei credenti. Gesù «è salito al cielo, siede alla destra del Padre», ma intercede per noi e ci prepara un posto nella gloria (cf. Gv 14,2-3). Da qui nasce la loro lode nel tempio, che è anche la nostra: la vita cristiana è attesa operosa, nella fede, nella speranza e nell’amore.