Il brano del Vangelo di oggi ci rivela la grandezza del servizio e della fedeltà alla missione che Gesù ha ricevuto dal Padre.
Il Maestro parla ai suoi discepoli dopo aver compiuto il gesto umile e sconvolgente della lavanda dei piedi. In un momento così carico di significato Cristo parla della beatitudine che scaturisce dalla pratica del Vangelo, ma anche del tradimento che si sta per compiere. In tutto ciò, emerge la sua identità divina e il legame profondo tra Lui, il Padre e i suoi inviati. Un brano che interpella cuore, coscienza e fede.
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,16-20
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

La riflessione sul Vangelo di oggi
Il gesto della lavanda dei piedi è simbolo eloquente dell’amore che si fa servizio. Gesù, Signore e Maestro, si abbassa ai piedi dei suoi discepoli per mostrare che la vera grandezza sta nell’umiltà. Dice infatti: «Un servo non è più grande del suo padrone», richiamando la chiamata alla sequela, fondata sull’imitazione del suo amore (cf. Gv 13,14-15). Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, «servire Dio è regnare» (CCC 786), perché il servizio nella carità ci rende partecipi della signoria di Cristo.
L’esortazione di Gesù è chiara: «Siete beati se le mettete in pratica». Non basta conoscere il Vangelo, bisogna viverlo. La beatitudine cristiana nasce dall’obbedienza concreta alla Parola. Come insegna San Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non soltanto ascoltatori» (Gc 1,22).
Cristo annuncia, poi, il tradimento di Giuda con parole tratte dal Salmo 41,10: «Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno». La Scrittura si compie anche nel rifiuto del Messia, ma questo non spegne la luce della verità. Gesù annuncia tutto prima che accada, affinché i discepoli, nella prova, possano credere che Ego Eimi, “Io sono” (cf. Es 3,14; Gv 8,58): rivelazione della sua divinità.
Infine, Gesù stabilisce una sequela di accoglienza: chi accoglie il suo inviato accoglie Lui, e chi accoglie Lui, accoglie il Padre. È un invito a riconoscere Cristo nei suoi testimoni e nella Chiesa (cf. CCC 858-860), segno visibile della sua presenza nel mondo.