Il Vangelo di oggi 4 giugno: “Padre Santo custodiscili nel Tuo Nome”

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Il Vangelo di oggi 4 giugno: "Padre Santo custodiscili nel Tuo Nome"
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Il brano del Vangelo di oggi ci mostra Gesù che ci apre il cuore della Sua preghiera sacerdotale, rivolta al Padre poco prima della Sua Passione.

Cristo intercede per i suoi discepoli, chiedendo che siano custoditi nel nome del Padre, uniti come Lui è unito al Padre. Non chiede che vengano tolti dal mondo, ma che siano preservati dal Maligno. Questa preghiera ci rivela l’amore profondo di Cristo per ogni discepolo e la sua missione di consacrazione nella verità. È un invito a vivere la nostra appartenenza a Dio in un mondo che spesso rifiuta la luce, restando però saldi nella Parola.

Dal Vangelo secondo Giovanni 17,11-19

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Il Vangelo di oggi 4 giugno: "Padre Santo custodiscili nel Tuo Nome"
Commento al Vangelo del 4 giugno

La riflessione sul Vangelo di oggi

Gesù prega per i suoi discepoli, perché siano “una sola cosa” come Lui è una cosa sola con il Padre (Gv 17,11). Questa unità è il cuore del mistero della Chiesa: un popolo radunato nell’amore trinitario, chiamato ad essere nel mondo segno dell’unità divina. È quanto ci insegna anche la Tradizione: l’unità della Chiesa viene dalla sua comunione con Dio, che è comunione d’amore.

Cristo affida i suoi al Padre affinché siano custoditi dal maligno. Egli non ci toglie dal mondo, ma ci invia nel mondo (Gv 17,15-18), come portatori della Verità. La sua preghiera è piena di realismo e speranza: i discepoli saranno odiati, ma non abbandonati. Come dice san Paolo: “Non vi è tentazione che superi le forze umane” (1Cor 10,13).

Gesù chiede che siano consacrati nella verità. E aggiunge: “La tua parola è verità”. La Parola di Dio è viva ed efficace (Eb 4,12), capace di formare, correggere e salvare. Per questo la Chiesa insegna che ogni cristiano è chiamato a conformarsi a Cristo attraverso la conoscenza e la fedeltà alla Parola.

Infine, Gesù si consacra per noi, perché anche noi possiamo essere consacrati nella verità. La sua offerta libera sulla croce è fonte di santificazione per tutti noi.

Spunti di riflessione personale

  1. Vivo la mia fede come consacrazione a Dio o la riduco a un’abitudine esteriore?
  2. La mia vita riflette la verità della Parola o cedo spesso al compromesso con il mondo?

Preghiera di oggi

Signore Gesù, custodiscimi nel nome del Padre, perché resti saldo nella verità e nell’amore. Donami il coraggio di vivere nel mondo senza appartenere al mondo, testimoniando la Tua luce. Consacrami con la tua Parola, affinché ogni mio pensiero e azione sia conforme alla volontà del Padre. Amen.