Il Vangelo di oggi 4 Maggio II Domenica di Pasqua

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Il brano del Vangelo è una profonda manifestazione del Signore Risorto, carica di simbolismo e di significato ecclesiale.

Gesù si manifesta ai discepoli sul mare di Tiberìade, luogo emblematico del loro primo incontro (cfr. Mt 4,18-22). La scena notturna in cui i discepoli non prendono nulla richiama la sterilità dell’agire umano senza Cristo (cfr. Gv 15,5: «Senza di me non potete far nulla»). Solo all’alba, momento di luce e rivelazione, Gesù appare e li guida a una pesca abbondante: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».

Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-19

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».

La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci.

E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?».

Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Il Vangelo di oggi 4 Maggio II Domenica di Pasqua
Gesù e Pietro

La riflessione sul Vangelo di oggi

Il riconoscimento del Signore da parte del discepolo amato («È il Signore!») ed il gesto impetuoso di Pietro che si getta in acqua, manifestano due atteggiamenti complementari del discepolo: l’intuizione dell’amore e l’entusiasmo del pentimento e della sequela. Pietro, che aveva rinnegato Gesù tre volte, viene ora interrogato tre volte sull’amore. È una triplice riabilitazione, ma anche una missione: «Pasci i miei agnelli… pascola le mie pecore». Gesù affida a Pietro, capo della Chiesa (cfr. Mt 16,18-19), la cura pastorale del suo gregge, segno della sua misericordia e della vocazione di Pietro come vicario di Cristo in terra (cfr. CCC 880-881).

La pesca miracolosa ed il pasto condiviso con Gesù ricordano l’Eucaristia: pane e pesce su un fuoco di brace prefigurano la comunione sacramentale in cui il Risorto continua a nutrire la sua Chiesa. Il numero 153 dei pesci, secondo la tradizione patristica (come S. Girolamo), simboleggia la totalità dei popoli: la missione della Chiesa è universale e ogni anima ha posto nella rete che non si rompe (cfr. CCC 849-856).

Infine, il comando «Seguimi» chiude il brano, riattualizzando per Pietro la prima chiamata e annunciandogli il martirio: «tenderai le tue mani». È l’invito alla sequela radicale, fino alla croce, che ogni discepolo è chiamato a vivere, sorretto dalla grazia del Risorto. Così Pietro glorificherà Dio con la sua morte, come Gesù con la sua (cfr. Gv 17,4). Questo Vangelo è un invito alla fiducia, alla riconciliazione ed alla missione, fondati sull’amore personale a Cristo.

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