Il vero scopo del male non è quello che immagini: ecco qual è, in realtà

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Scopo del male, qual è Scopo del male, qual è
Scopo del male, ecco qual è -medjugorje.it
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A volte ci chiediamo se il mero scopo del male sia portarci a peccare e basta. Eppure, la risposta è molto più complessa. 

Viviamo in un mondo in cui le tentazioni sono all’ordine del giorno, e purtroppo, a volte si cade, e altre invece si riesce a essere più forti. Il peccato è un qualcosa con cui ognuno di noi deve confrontarsi ogni giorno, e soprattutto è necessario guardarsi dentro, analizzare i propri errori e riflettere su come non commetterli più.

Il cammino di un fedele cristiano è tutt’altro che rose e fiori, ma c’è Dio con noi e ogni giorno della nostra vita, è Lui la nostra forza. Il Signore ci lascia liberi di scegliere, e siamo noi a dover fare le scelte giuste. La tentazione, a volte è palese, ed è semplice riconoscerla. Altre volte è più subdola, ed è lì che bisogna mettere in atto le proprie conoscenze cristiane per combatterla.

Per non commettere il male, più di un’ «arma» è sempre con noi: la Santa Messa, la preghiera, la meditazione. Ma non bisogna dimenticare la nostra forza di volontà nel resistere alle tentazioni. Quello che in molti si chiedono è: qual è il vero scopo del male? Qual è il vero obiettivo del maligno?

Lo scopo del male non è solo indurci a peccare: quello che forse non sai

Il reale scopo del male non è solo quello di tentarci, finché non peccheremo.

Scopo del male, ecco qual è
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Il vero obiettivo del maligno è quello di minare il nostro rapporto “filiale” con Dio. Lo scopo è quello di persuaderci che Dio non ci ama, che non siamo davvero suoi figli. Nel momento in cui il maligno riesce a mettere in discussione questo legame, questa certezza, ossia quella di essere figli di Dio e amati da lui, ha centrato il suo obiettivo.

Rovinando questa relazione, ciò che ne resterà è solo la paura di essere puniti, di essere giudicati. Quando accadono cose brutte, spesso iniziamo a nutrire una serie di dubbi, meglio identificati come tentazioni. E la tentazione che viene in mente è come sia possibile che sia accaduta una cosa brutta, se Dio ci ama. Un dubbio atroce, che il male tende a instillare.

Come spiega don Luigi Maria Epicoco, le domande che ci si pone sono le seguenti: «Com’è possibile che Dio è tuo padre e la tua vita sembra andata in frantumi? Com’è possibile che hai desiderato una roba per tanti anni, hai lavorato tantissimo per ottenere quel risultato e poi non l’hai ottenuto? 

Eppure sei andato a messa, hai pregato, hai coltivato una vita  spirituale, ti sei rivolto a Lui chiamandolo papà. Com’è possibile? Voi capite che tutti gli argomenti che il male usa per convincerci che noi non siamo amati, per convincerci che Dio non è nostro Padre, per convincerci che il nostro rapporto con lui, al massimo è un rapporto di sudditanza, sono infiniti. Perché la vita ci dà un sacco di occasioni che possono mettere in discussione questo rapporto». 

L’importanza della fede e della preghiera nel rapporto con Dio

Ed è qui che la nostra fede ha un ruolo cruciale. Se essa è “costruita nella roccia“, questi dubbi saranno allontanati. Non bisogna mai mettere in discussione che Dio ci ama, in nessun caso. Don Epicoco ci spiega ancora che «quando noi diciamo di essere in relazione con Dio stiamo parlando di una cosa che si chiama preghiera. La preghiera è la relazione con Dio.

Tu preghi quando rendi presente al tuo cuore che quello è tuo Padre e che tu sei amato. La preghiera non è dire parole o pronunciare delle formule, la preghiera è rendere visibile questa relazione di amore. Ora, se ti aiuta a rendere visibile questa relazione di amore, recitare l’Ave Maria, fare l’adorazione eucaristica, la lectio divina, un  pellegrinaggio, questo è dato a te».

Lo scopo della preghiera è rendere più saldo il nostro rapporto con Dio, perché altrimenti si sfocia in una preghiera “pagana”, in cui si cerca di convincere il Signore a darci questa o quell’altra grazia. E questa, non è di certo la giusta via.