Quando il Natale, da festa religiosa, si trasforma in uno strumento politico. Che cosa sta accadendo e dove
Il Natale ha da sempre un significato profondo per i fedeli cattolici. Non si limita a un mero scambio di regali il 25 dicembre, né a cibi gustosi da assaggiare durante questa festa speciale, e non è neppure rivedere i propri cari, nonostante sia certamente qualcosa di meraviglioso.
Natale è il giorno in cui si celebra la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, un Re che ha conquistato il nostro cuore, dando la sua vita per noi. C’è una profondità tale in tutto ciò che Egli rappresenta per noi, che se ne potrebbe disquisire per ore.
La nascita di Gesù è simbolo di salvezza, è la lieta novella che ha rivoluzionato vite di milioni di persone in tutto il mondo e che ancora oggi è più viva che mai. Come da tradizione in molti Paesi, il 25 dicembre di ogni anno si festeggia la suddetta ricorrenza, ma a quanto pare, non in tutti…
Venezuela, il presidente “sposta” il Natale: ecco quando si celebrerà
Da quanto si apprende, da qualche anno il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, è solito spostare la data del Natale, e anche quest’anno ha deciso di farlo.

Per i venezuelani, dunque, i festeggiamenti della nascita di Nostro Signore cominceranno il 1° ottobre 2025, a detta di un decreto annunciato in diretta tv durante la trasmissione “Con Maduro“. Ufficialmente, si tratta di una mossa per incentivare «l’economia, la cultura, la gioia, la felicità» nonché fare in modo di tutelare«il diritto del popolo venezuelano alla felicità».
Si tratta di una strategia usata già più volte, quella di anticipare il Natale, ma questa volta, lo spostamento è giunto molto più in anticipo rispetto agli anni passati. Nel 2024, era occorso il 1° novembre 2025 e questo, a seguito delle presidenziali di quell’anno, in cui vi furono molte polemiche.
Un modo per spostare l’attenzione dai reali problemi del Paese, travestito da dono per la popolazione? Da tempo in Venezuela ci sono molte tensioni, e ad aggiungersi a tutto ciò ci sono gli Usa, che avrebbero schierato i loro soldati nel Mar dei Caraibi. La cosa sarebbe vista, da quanto si apprende, come anticamera di un possibile attacco.
Gli americani accuserebbero il presidente venezuelano di narcoterrorismo, mentre l’altra parte avrebbe insinuato che la flotta Usa avrebbe attaccato una nave venezuelana.
Un modo per distogliere l’attenzione?
Potrebbe esserci, dunque, un tentativo di distogliere l’attenzione dai problemi all’orizzonte, creando un’atmosfera festosa, che non faccia pensare al complesso momento che il Paese sta vivendo. La Chiesa cattolica venezuelana si è espressa in merito, e non ha potuto fare a meno di dirsi preoccupata per questa decisione.
Avrebbe infatti chiarito che le festività religiose non dovrebbero fungere da strumento di propaganda. Nel frattempo, lo spostamento del Natale porta a distrarre il popolo dalle criticità che ci sono nel Paese, come scarsità di beni essenziali, e inflazione imperversante. Non è solo un cambiare la data, ma un modo per continuare a esercitare il potere, in un momento in cui le tensioni sono alle stelle.