Perchè san Gaspare del Bufalo è considerato l'apostolo dei briganti? - medjugorje.it
San Gaspare del Bufalo, sacerdote, predicatore e missionario, era chiamato l'”apostolo dei briganti” per un motivo ben preciso.
Sacerdote e missionario romano del XIX secolo, san Gaspare del Bufalo è il fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue e delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue. Noto per la sua fede fervente e per l’apostolato che svolgeva in particolar modo tra i poveri, è stato canonizzato nel 1954 da papa Pio XII.
Viene definito l'”apostolo dei briganti” e c’è uno specifico motivo se gli è stato dato questo appellativo. Era nato a Roma il 6 gennaio 1786, e il nome di Gaspare gli venne dato proprio in onore dei Re Magi, uno dei quali, come si sa, si chiamava così.
Manifestò precocemente una profonda fede e carità verso i bisognosi. Durante l’occupazione napoleonica, si rifiutò di prestare giuramento al regime, e per questo atto di resistenza subì quattro anni di prigionia ed anche l’ esilio.Quando fece ritorno a Roma fondò la sua congregazione missionaria nel 1815, e in seguito fondò anche il ramo femminile, nel 1834.
Era animato da una forte volontà di evangelizzare e rievangelizzare i luoghi in cui si era perduta la fede. È considerato un pioniere della “pastorale di strada”, perchè si avvicinava alle classi popolari come carrettieri, contadini desiderando la loro conversione, che spesso avveniva. Si avvicinò anche al mondo della delinquenza, a coloro che a quei tempi erano denominati briganti, chi commetteva furti e truffe, arrivando anche talvolta ad uccidere.
Andava a cercare i briganti che si nascondevano tra i monti di Lazio e Abruzzo e per questa sua opera di evangelizzazione di questa categoria di persone, fu pertanto definito “apostolo dei briganti”. Spesso riusciva a farli ravvedere e a riportava la pace in quelle zone tormentate. Era in grado di guadagnandosi la loro fiducia e il rispetto.
La forza attrattiva della fede che trasmetteva produceva frutti. Non aspettava che i briganti andassero lui, ma era lui stesso che li raggiungeva nei loro rifugi sui monti. Lì predicava il Vangelo e faceva conoscere loro la misericordia di Cristo, spinto dal suo spirito di evangelizzazione e carità.
In san Gaspare del Bufalo si univano e si armonizzavano due tratti che ne denotano la spiritualità: c’era la fervente devozione al Preziosissimo Sangue del Signore e la sua fede e l’amore che viveva nel suo rapporto con Cristo lo portavano a manifestare una grande e spiccata carità verso il prossimo.
Tra coloro che erano destinatari delle sue attenzioni c’erano proprio i peccatori più incalliti, che rientravano nella categoria dei briganti. La sua santità e la sua umiltà erano così potenti da attrarre anche i malviventi più incalliti. La sua forza mite li portava a interrogarsi e a modificare il loro stile di vita: soprattutto li portava ad un incontro con Gesù, che spesso non avevano mai fatto.
Questo ovviamente produceva una conversione, con la richiesta di perdono e il cambiamento di vita. L’ apostolato di questo santo ebbe un impatto anche sociale perché contribuì a rendere più sicure le zone rurali. Oltre che “apostolo dei briganti” gli veniva dato anche un altro soprannome: era chiamato “terremoto spirituale” proprio per la forza della sua azione evangelizzatrice, capace di scuotere le coscienze.