Ce lo siamo sempre chiesti: quando ci confessiamo, cosa dobbiamo dire al sacerdote? Sembra una domanda scontata, quasi da non fare, ma per alcuni cristiani rappresenta veramente un cruccio.
Quando ci confessiamo, dimentichiamo che davanti a noi non c’è un sacerdote, ma c’è Cristo: per questo motivo non dovremmo aver paura di confidare ogni nostro peccato. Ma purtroppo non è sempre così.
Ci sono 5 cose che ogni cristiano dovrebbe fare proprio prima di entrare in un confessionale. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono.
Perché è importante confessarsi
La confessione non è un Sacramento facile e semplice: richiede un profondo esame di coscienza ma, soprattutto, che il nostro cuore sia aperto al confidare a Cristi ogni nostro peccato, ogni nostra mancanza, ogni nostra debolezza. La paura, però, c’è, soprattutto quella dell’essere giudicati dal sacerdote che ci troviamo davanti perché (non è raro che capiti) il sacerdote metta a disagio il penitente.
Purtroppo questa prassi non fa altro che allontanare chi vuol confessarsi dallo stesso confessionale, portando così il cristiano a sentirsi davvero a disagio al momento della riconciliazione, quando questi, invece, dovrebbe essere il momento della gioia e del ritorno al Padre. Papa Francesco affermava che “il Sacramento della Riconciliazione è un Sacramento di Guarigione”.
“Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo” – diceva il Santo Padre. Per questo motivo, prima di accostarci a questo sacramento, è necessario sapere che ci sono 5 momenti o fasi, che ci aiutano a vivere al meglio la Confessione.
5 momenti prima della confessione
Il primo di questi è l’esame di coscienza: ci domandiamo se lo facciamo, se lo facciamo bene. Questo ci aiuta a riflettere sulle nostre azioni su ciò che abbiamo fatto, se abbiamo ferito qualcuno, e come chiedere perdono. Il secondo momento è quello del pentimento: dobbiamo metterci nella condizione (anche del cuore) di essere davvero pentiti per ciò che abbiamo fatto, altrimenti la confessione non avrebbe senso.

Il terzo momento è quello di essere onesti nella nostra confessione: non omettiamo anche il peccato più grave, poiché così facendo la confessione potrebbe essere invalidata. Il quarto momento è quello di porci nella condizione di fare davvero penitenza, con uno spirito di riparazione e riconciliazione.
In ultimo, ma non meno importante di tutti quelli elencati finora, è il porsi nella condizione d’animo di non peccare più. Anche Papa Francesco ce lo ha ribadito: “Quando io vado a confessarmi è per guarirmi, guarirmi l’anima, guarirmi il cuore e qualcosa che ho fatto che non va bene”.
Medjugorje: la Madonna ci parla di confessione
Anche la Madonna, a Medjugorje, nel suo messaggio del 25 dicembre 1989, invitava a guardare a quelli che sono i “5 sassi”: pace, conversione, fede, penitenza e preghiera. La Vergine è apparsa per indirizzare ogni uomo verso Suo Figlio, e lo fa offrendogli cinque strumenti o pilastri e, fra questi, vi è proprio quello della Confessione.
La Madonna chiede la confessione mensile. Parla della confessione fin dalle prime apparizioni: «Fate la pace con Dio e tra di voi. Per questo è necessario credere, pregare, digiunare e andare a confessarsi» (26 giugno 1981). La confessione vista non come semplice purificazione dei peccati ma come trasformazione radicale per diventare una nuova persona.