La parrocchia rifiorisce: afflussi Messe, catechesi, adorazione eucaristica. Il Cardinale rimuove i preti

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la presenza dei sacerdoti dell’Istituto ha portato a un vero e proprio rilancio spirituale delle parrocchie coinvolte. la presenza dei sacerdoti dell’Istituto ha portato a un vero e proprio rilancio spirituale delle parrocchie coinvolte.
Sacerdoti fuori dalla parrocchia
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La motivazione ufficiale, comunicata dall’arcivescovo, è che i sacerdoti non sarebbero «in linea con lo stile pastorale della diocesi».

Una decisione che ha scosso la comunità cattolica locale: il cardinale Roberto Repole, arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa, ha deciso di interrompere la collaborazione con i sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE) nelle parrocchie di Maria Madre della Chiesa e del beato Piergiorgio Frassati. Questa scelta ha suscitato reazioni contrastanti tra i fedeli, molti dei quali hanno avviato una petizione online per chiedere un ripensamento.

Il dissenso dei fedeli e la protesta online

Secondo quanto riferito da Piergiorgio Ferrero, parrocchiano di lunga data e testimone diretto dell’attività pastorale dell’IVE, la presenza dei sacerdoti dell’Istituto ha portato a un vero e proprio rilancio spirituale delle parrocchie coinvolte. «Da quando sono arrivati i Padri dell’IVE – spiega Ferrero – ho visto la mia parrocchia rinascere: aumento dell’afflusso alle Messe, attività per bambini e famiglie, catechesi rigorosa, adorazione eucaristica quotidiana, incremento delle confessioni, esercizi spirituali, formazione per giovani e adulti, visite agli ammalati e molte vocazioni».

La decisione di Repole, secondo i parrocchiani, sarebbe stata presa senza fornire ragioni specifiche, limitandosi a indicare una non perfetta sintonia con il «modello pastorale» dell’arcidiocesi. Durante un’assemblea pubblica, un rappresentante della curia avrebbe spiegato che la motivazione è semplicemente che i sacerdoti non sono «in sintonia con il Vescovo». La mancanza di ulteriori spiegazioni ha alimentato il malcontento dei fedeli, che hanno promosso una raccolta firme on line, raggiungendo in pochi giorni oltre mille adesioni. Inoltre, diverse testimonianze sono state inviate direttamente all’Arcivescovado.

I sacerdoti dell’IVE, pur amareggiati, hanno deciso di non sollevare conflitti pubblici e di lasciare le comunità «in punta di piedi», conforme alla tradizione di molte congregazioni religiose.

La definizione di «stile pastorale» appare al centro della controversia, ma resta volutamente vaga e priva di dettagli concreti. Piergiorgio Ferrero sottolinea che i Padri dell’IVE celebrano regolarmente la Messa secondo il rito del Novus Ordo, rispettano il Papa e il magistero della Chiesa, e si attengono al Catechismo della Chiesa cattolica. Le loro pratiche includono la recita della preghiera a San Michele Arcangelo di Leone XIII, la predicazione dei Novissimi – tematiche come la morte, il giudizio, l’inferno e il paradiso – e l’uso della talare, che secondo alcuni potrebbe risultare anacronistico in un contesto più «moderno».

Ferrero ironizza sulle ragioni non dichiarate, evidenziando come i sacerdoti non seguano tendenze ecologiste o progressiste, non espongano simboli come la bandiera arcobaleno, e non partecipino ad alcune iniziative interreligiose considerate oggi usuali in altre diocesi. «Sono troppo concentrati sulla salvezza eterna delle anime», osserva, sottolineando come questa dedizione alla dottrina tradizionale risulti oggi motivo di sospetto o disagio per alcuni settori della Chiesa locale.

Il cardinale Roberto Repole, nato a Torino nel 1967, è stato nominato arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa nel 2022 da papa Francesco, che lo ha elevato al cardinalato nel dicembre 2024
Il Cardinale Roberto Repole

Il profilo di Roberto Repole e il contesto ecclesiale

Il cardinale Roberto Repole, nato a Torino nel 1967, è stato nominato arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa nel 2022 da papa Francesco, che lo ha elevato al cardinalato nel dicembre 2024. Teologo di formazione, docente e preside presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, Repole è noto per una visione della Chiesa attenta ai cambiamenti socio-culturali e orientata alla sinodalità, con una forte impronta progressista. È stato coinvolto in diverse controversie teologiche, tra cui la curatela di una collana di volumi sulla teologia di papa Francesco che ha suscitato dibattiti per la presenza di autori eterodossi.

Repole è considerato vicino a gruppi di sacerdoti e teologi con un orientamento progressista, talvolta indicati come «Boarinians», che tendono a interpretare il magistero in chiave moderna e a privilegiare un approccio pastorale più innovativo rispetto alle tradizioni più consolidate.

In tale contesto, la decisione di allontanare i sacerdoti dell’IVE si inserisce in un quadro più ampio di tensioni interne alla diocesi, dove il modello pastorale tradizionale e quello progressista si scontrano apertamente.

L’Istituto del Verbo Incarnato è una congregazione religiosa cattolica fondata nel 1984 in Argentina dal sacerdote Carlos Miguel Buela. L’Istituto è presente in 27 paesi
Stemma dell’ Istituto Verbo Incarnato

L’Istituto del Verbo Incarnato: storia e carisma

L’Istituto del Verbo Incarnato è una congregazione religiosa cattolica fondata nel 1984 in Argentina dal sacerdote Carlos Miguel Buela. L’Istituto è presente in 27 paesi e si articola in tre rami principali: il ramo clericale, composto da sacerdoti e fratelli coadiutori; il ramo femminile, rappresentato dalle Serve del Signore e della Vergine di Matarà; e il Terzo Ordine Secolare, formato da laici che condividono la spiritualità dell’Istituto.

Il carisma dell’Istituto è focalizzato sull’evangelizzazione della cultura, intesa come trasformazione dei criteri di giudizio, dei valori e dei modelli di vita affinché siano permeati dal Vangelo. Il ramo apostolico si dedica all’attività pastorale in parrocchie e missioni, mentre il ramo monastico-contemplativo è impegnato nella preghiera, nello studio e nella testimonianza silenziosa.

In Italia, l’IVE gestisce diverse case di formazione e ha una presenza significativa, soprattutto nelle parrocchie dove recentemente ha ottenuto risultati evidenti in termini di crescita spirituale e vocazionale.

La vicenda di Torino rappresenta un caso emblematico delle tensioni presenti nella Chiesa cattolica italiana, dove differenti interpretazioni del ministero sacerdotale e dello stile pastorale portano a scelte che scuotono le comunità locali e generano divisioni tra fedeli e autorità ecclesiastiche. La petizione online e le molteplici testimonianze raccolte dimostrano quanto la questione sia sentita e controversa.