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La Polvere di Santa Bibiana, un prezioso medicamento

Sono stati diversi i cristiani che, nei primi secoli della Chiesa, hanno donato la loro vita pur di non rinnegare il proprio amore e la propria fede in Cristo. Fra questi, c’è la Santa di cui, oggi, si fa memoria: Santa Bibiana.

Il suo è stato uno dei martiri più cruenti che la Chiesa ricordi anche perchè quello che è stato il luogo del suo supplizio è diventato, poi, luogo di fede ma, soprattutto, di una tradizione che, comunemente, viene ricordata con il nome di “tradizione della polvere“.

Si tratta della colonna dove la stessa Santa fu fatta morire. Ma entriamo nel dettaglio per scoprire questa tradizione dove affonda le sue radici.

Santa Bibiana: giovane ragazza che non rinnegò la sua fede

Oggi, 2 dicembre, la Chiesa ricorda una delle prime sante martiri della Chiesa cristiana nascente: Santa Bibiana. Il suo nome, conosciuto anche con le varianti di “Viviana” o “Vibiana”, la vede protagonista nel pieno del III secolo d.C., durante il periodo delle persecuzioni romane contro i cristiani. Quelli che erano visti come un pericolo dall’impero romano, dovevano essere messi a tacere. E, proprio nel pieno dei primissimi secoli della Chiesa, furono in tanti coloro che subirono e patirono il martirio, pur di non rinnegare la fede in Cristo.

La storia della giovane Bibiana è possibile ricavarla dal “Liber Pontificalis” dove alcuni Papi, oltre a porre la propria biografia, scrivevano anche le notizie proprio di tutti quei martiri che trovavano la morte durante il periodo del proprio pontificato e che, altrimenti, non sarebbero mai stati ricordati. Fra questi c’era proprio Bibiana che, secondo ciò che ha trascritto papa Simplicio III, a lui fu consacrata una basilica, nelle vicinanze del Palatium Lucianum (sul colle Esquilino), dove il corpo della santa martire riposa.

C’è un testo, del VII secolo d.C., indicato con il nome di “Passio Bibianae” dove si narra del martirio di questa santa martire romana, nobile e discendente di una famiglia cristiana. Con l’avvento dell’imperatore Giuliano e la ripresa delle persecuzioni contro i cristiani, la famiglia di Bibiana, a partire da suo padre Flaviano, furono costretti ad abbandonare tutte le cariche politiche e non che occupavano. Suo padre fu costretto a lasciare l’incarico di prefetto che fu dato nelle mani di un acceso sostenitore pagano.

Fu proprio il padre della ragazza il primo ad essere catturato e condannato a morte, proprio perchè sorpreso a seppellire alcuni cristiani uccisi. Da lì, la paura fu gettata anche sulla restante parte della famiglia, a partire proprio dalla giovane Bibiana. Quando furono catturate, il prefetto pensò di risparmiare la sola Bibiana: la condusse verso quella che era una vita mondana, ma la ragazza si rifiutò, perchè aveva donato tutta la sua vita al Signore.

La colonna dove fu uccisa, è stata per secoli, fonte di miracoli

Per questo anche lei fu condannata a morte, forse più atroce di quella di sua sorella e sua madre. Fu legata a una colonna e flagellata, senza pietà, con le cosiddette “piombate”, ovvero le verge con piombini di ferro alle estremità. Ma anche qui, la ragazza non morì subito, ma dopo 4 giorni di agonia, secondo la tradizione, a soli 15 anni. Ed è proprio su questa colonna del martirio che si incentra la tradizione, colonna che si trova proprio nella basilica a lei dedicata sull’Esquilino a Roma.

Il suo martirio e la colonna fonte di grazie – www.medjugorje.it

La colonna è stata portata in questa basilica e protetta con una grata in ferro: tradizione vuole che numerosi erano i fedeli e i pellegrini che proprio alla colonna si recavano a “grattare” il materiale della stessa per poterne ricavare della polvere, da considerare come reliquia. Polvere che veniva anche “presa” con un vero e proprio rimedio curativo, da sciogliere in delle particolari pozioni, per curare il malcaduco o anche l’epilessia.

C’è anche un’altra leggenda che vede sempre protagonista la colonna dove la Santa fu martirizzata: alcune gocce del suo sangue caddero a terra. Esattamente in quel punto, spuntò un’erba medica, “l’Eupatorium cannabinum” o anche conosciuta come “erba di Santa Bibiana”, che veniva usata, contemporaneamente alla polvere grattata dalla colonna, sempre come medicamento miracoloso.

Published by
Rosalia Gigliano