Un nuovo fenomeno si stava alzando in Francia, portando avanti l’idea che Gesù fosse lì apparso. Ma la Chiesa ha voluto vederci chiaro e, per questo, ha chiesto cautela.
Ora sono arrivate le dovute conclusioni in merito dove anche il Vaticano si è espresso in merito, dando un parere del tutto negativo alla cosa, indicando tassativamente la propria opinione in merito.
“Non si tratta di un qualcosa di soprannaturale”, è quanto dichiarato. Ma cerchiamo di capire, meglio, in merito a tutta la vicenda.
In Francia sono accadute: la Chiesa chiarisce
A dichiarare la posizione in merito della Chiesa sulle presunte apparizioni di Gesù in Francia, precisamente a Dozulè, è stato proprio il Dicastero per la Dottrina della Fede: “Non hanno un’autentica origine divina e pertanto non sono soprannaturali” – è stato affermato. A confermare il tutto è stato il Cardinale Fernandez che, in qualità di prefetto di questo dicastero, ha inviato al locale vescovo il documento con la dichiarazione della Chiesa.
Questa dichiarazione è stata confermata e basata sulle norme per il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali. Ma di quali apparizioni si tratta nel dettaglio? Quelle del 1972 quando Madeleine Aumont affermò che Gesù le era apparso, chiedendo alla Chiesa di costruire una gigantesca “croce gloriosa” a Dozulé, accanto a un “santuario della riconciliazione”.
Accanto a questa rivelazione, Gesù alla veggente dichiarò anche che il suo ritorno sarebbe stato molto vicino, utilizzando proprio il termine “imminente”. La Chiesa, per questo, dopo diverse indagini ed approfondimenti, ha ritenuto opportuno emanare questo documento, nel quale si afferma con decisione che, per quanto queste presunte apparizioni possono aver suscitato un interesse spirituale, insieme anche a non poche controversie anche di carattere dottrinale e pastorale, non sono soprannaturali.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede decide di fare chiarezza
Ci sono anche alcuni chiarimenti che lo stesso Dicastero per la Fede ha portato avanti, il primo di questi riguarda proprio la “croce gloriosa” espressa dalla veggente che è errato da paragonare a quella di Gerusalemme. Il Vaticano afferma che “quel legno, innalzato sul Calvario, è diventato il vero segno del sacrificio di Cristo, che è unico e irripetibile e che qualsiasi altro segno della croce non può essere considerato sullo stesso piano”.

Questo tipo di paragone non fa altro che portare ad un rischio di confusione: “Paragonare la croce richiesta a Dozulé con la croce di Gerusalemme rischia di confondere il segno con il mistero e di dare l’impressione che ciò che Cristo ha compiuto una volta per tutte possa essere ‘riprodotto’ o ‘rinnovato’ in senso fisico” – è specificato nella lettera inviata.
Monsignor Fernandez ha anche spiegato un altro rischio nel quale si rischia di incappare ed è quello che “questa croce diventi simbolo di un messaggio autonomo”. Per quel che riguarda l’affermazione del ritorno di Cristo, lo stesso Cardinale Fernandez ha concluso che “nessuno può conoscere o predire la data precisa o i segni di Gesù”, affermando quindi la dovuta cautela davanti a queste dichiarazioni.