Josée-Anne Sarazin-Côté era un’influencer di successo, immersa nell’universo patinato della spiritualità alternativa: cristalli, astrologia, riti lunari e stregoneria erano il suo pane quotidiano.
Tutto cambiò quando, nel fiore della vita, arrivò una diagnosi devastante: sclerosi multipla progressiva primaria. Mentre il corpo cedeva e le certezze svanivano, non fu la magia a risponderle, ma una voce interiore che le sussurrò: «Prega Gesù». Da lì iniziò una conversione profonda e inattesa, che l’ha condotta a scoprire una verità tanto semplice quanto rivoluzionaria: solo il Vangelo libera davvero.
Quando la spiritualità alternativa non basta più
Una malattia rara e crudele, la sclerosi multipla progressiva primaria, ha colpito Josée-Anne Sarazin-Côté proprio quando la sua vita sembrava perfetta: un marito, una figlia, una carriera da influencer affermata nel campo del benessere olistico e della spiritualità new age. Cristalli, yoga, astrologia, ayahuasca, stregoneria: Josée-Anne aveva esplorato ogni sentiero, cercando senso e potere attraverso i riti della terra e le energie cosmiche. Eppure, di fronte alla sofferenza reale, quei rimedi si rivelarono inutili, incapaci di dare conforto o direzione.
Il corpo le crollava addosso: prima la vista, poi la mobilità, infine la capacità di reggersi anche solo con la testa. In quel tempo buio, mentre meditava nella foresta – un gesto allora ancora legato al suo passato esoterico – qualcosa di inatteso accadde. Una voce le suggerì: «Prega Gesù». Senza sapere neanche a chi si stesse rivolgendo, Josée-Anne pronunciò le sue prime parole cristiane: «Ciao, Gesù, sono Josée-Anne». In cambio, ricevette una pace profonda e inspiegabile. Fu l’inizio di una svolta radicale.
La sua immersione nell’occulto non era stata solo spirituale, ma anche professionale. Aveva creato un business redditizio: corsi, ritiri, libri, tarocchi. Ma ora, con il cuore aperto a una verità più grande, riconosceva quanto quella realtà fosse, in fondo, vuota e predatoria. «Tutti credevano fossi felice, ma io ero ansiosa, infelice, schiava del guadagno», racconta. L’industria del benessere – denuncia oggi – si nutre della fragilità delle persone, promettendo soluzioni rapide e indolori per problemi profondi. «Nel cristianesimo, invece, c’è tutto. E gratuitamente. Non ti vendo nulla: ti invito solo ad aprire il cuore».

La croce che libera davvero
La malattia, che inizialmente aveva rappresentato la fine di tutto, si è rivelata per Josée-Anne l’inizio di una rinascita. È stata proprio la sofferenza a strapparla dalle illusioni e a condurla a una fede autentica, viva, trasformante. «La mia croce è pesante, ma è anche ciò che mi ha salvata», dice con serenità. La donna che un tempo canalizzava messaggi dall’aldilà oggi proclama con forza che solo in Cristo c’è liberazione, e cita san Paolo: «La fede si purifica nel fuoco della prova».
Dopo mesi di attesa, ha ricevuto un trapianto di cellule staminali che sta dando già i suoi frutti: ha riacquistato tono, colore, forza, e ha ricominciato a camminare con le stampelle. «Il giorno in cui sarò completamente guarita sarà meraviglioso, ma non perché accadrà qualcosa di straordinario. Sarà speciale proprio perché nulla sarà speciale. Vivere la normalità, per me, è già un miracolo». E mentre testimonia la sua rinascita, Josée-Anne continua a pregare per chi è ancora imprigionato nelle promesse vuote dell’occulto: «Non giudico, ma prego. Perché solo Cristo può dare senso, verità e libertà».