Le storie commoventi di due vedove raccontate al Giubileo della Consolazione, tenutosi la scorsa settimana a Roma.
Due donne, rimaste vedove, hanno preso parte al Giubileo della Consolazione che si è tenuto a Roma, la settimana scorsa. Norma Pérez, che ha perso il consorte da 5 anni e Olga Pallares, che invece è vedova da due anni. Le due donne sono legate da un’amicizia trentennale, e hanno voluto condividere con gli altri partecipanti una testimonianza di fede.
Con le loro toccanti parole, hanno tenuto a sottolineare come la morte non sia la fine di tutto e che proprio la fede sia il motore che le sorregge. Pèrez, in particolare, ha detto del marito all’ACI Prensa:«So che è con Dio, senza sofferenza, in una gioia che non è di questo mondo. Una parte di lui è rimasta con noi. Non siamo completamente vuote. Noi vedove siamo riempite dall’altra metà dell’altra persona che se n’è andata».
Le due donne si conosciute all’interno di un gruppo chiamato Maranatha, che si occupa della preparazione delle coppie al matrimonio e organizza ritiri. Oggi, rimaste vedove, proseguono la loro missione di fede.
Le storie di Pérez e Pallares: un percorso non sempre facile da affrontare
Pallares e suo marito si erano conosciuti da ragazzi, ma date le loro differenze sociali, la famiglia del marito non l’avrebbe accettata e non avrebbe accettato neppure le loro figlie giungendo a diseredare il marito.

Nonostante questo, la coppia non si fece fermare e riuscì a creare un amore in grado di resistere agli ostacoli, tutto improntato sulla fede. Il marito della donna, aiutò come ministro straordinario dell’Eucaristia nella cattedrale di Avellaneda.
La donna aggiunge che suo marito, che si chiamava Ruben, le ha trasmesso un messaggio importante, e cioè che «le esperienze dolorose si affrontano al meglio, mano nella mano con Gesù». Purtroppo, un cancro all’esofago lo portò via per sempre.
Pallares gli stette accanto in ogni momento, e racconta che è grazie a Dio che ha avuto la forza di sostenere un momento così duro. Suo marito, peraltro, «stava davanti a Gesù 24 ore su 24, 7 giorni su 7, pregando. Mi diceva sempre: ‘Siamo tu, Gesù e io’».
Per quanto concerne Pérez, la donna ha vissuto in una famiglia di non credenti e non aveva ricevuto il battesimo quando sposò il marito, Juan, con un rito civile. I due tentarono di avere figli, ma non riuscirono. Nel 2008, a Juan venne un cancro alla prostata, e provarono a curarlo. In questa fase così difficile del loro percorso insieme, la donna si convertì al cattolicesimo, e cominciò a frequentare una comunità cattolica e si battezzò.
Nel 2010, sposò Juan anche in chiesa. Purtroppo, il cancro di Juan si ripresentò nel 2018 e l’uomo morì il 22 agosto 2020. Quel giorno, mentre l’uomo tornava al Cielo, sua moglie riuscì a recitare la Coroncina della Divina Misericordia e questa le diede grande forza a livello spirituale.
La fede e la preghiera, per entrambe, ha rappresentato un supporto non indifferente. Partecipare al Giubileo della Consolazione ha significato, per loro, un ulteriore passo nel cammino di guarigione spirituale.