Le nuove uniformi nere della Guardia Svizzera

Un ritorno al passato che richiama i tagli ottocenteschi, caduti in disuso nel 1976, e che oggi viene riproposto per dare alle Guardie un vestito adeguato a contesti ufficiali, ma meno solenni delle grandi celebrazioni papali Un ritorno al passato che richiama i tagli ottocenteschi, caduti in disuso nel 1976, e che oggi viene riproposto per dare alle Guardie un vestito adeguato a contesti ufficiali, ma meno solenni delle grandi celebrazioni papali
Le nuove divise della Guardia Svizzera
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Quando si pensa alla Guardia Svizzera Pontificia, vengono subito in mente i celebri abiti blu, rossi e gialli che, da secoli, affascinano fedeli e turisti in Vaticano.

Eppure, da oggi, accanto a quell’uniforme di gala, torna a farsi strada una versione diversa, sobria ed elegante, che unisce memoria storica e funzionalità. Il colonnello Christoph Graf, comandante della Guardia, ha presentato infatti il nuovo abito “semi-gal”, caratterizzato da un nero intenso con bottoni dorati e dettagli ricamati. Un ritorno al passato che richiama i tagli ottocenteschi, caduti in disuso nel 1976, e che oggi viene riproposto per dare alle Guardie un vestito adeguato a contesti ufficiali, ma meno solenni delle grandi celebrazioni papali.

Un’eleganza sobria al servizio della missione

L’abito nero, definito anche “uniforme da anticamera”, si distingue per la linea rigorosa e raffinata: giacca con colletto rialzato e pagode, pantaloni a righe, kepi scuro e rifiniture dorate. Il risultato è un insieme che trasmette solennità pur senza lo sfarzo cromatico della versione di gala.

Come spiegato dal colonnello Graf, il progetto è frutto di anni di ricerca su documenti e modelli storici. Il costo di circa duemila euro per uniforme è stato interamente coperto da fondi privati. Non si tratta, però, di un sostituto dell’iconico abito a strisce: resterà in uso per le cerimonie solenni, mentre la versione nera sarà indossata in occasioni selezionate, come pranzi ufficiali o incontri fuori dal Vaticano. In questo modo si colma un vuoto, poiché mancava un abito “intermedio” tra la divisa quotidiana e quella di gala.

Il debutto dell’uniforme coincide con un momento speciale: il giuramento di 27 nuove reclute, che vanno ad aggiungersi ai 135 uomini già in servizio. La cerimonia, si svolgerà domani 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, nel cortile di San Damazego. Tra loro c’era anche Francesco, giovane portiere di 23 anni, che ha descritto il giuramento come un’esperienza indimenticabile: “È un giorno che porterò sempre nel cuore, perché unisce la mia fede al desiderio di servire il Santo Padre con la massima dedizione”.

Il debutto dell’uniforme coincide con un momento speciale: il giuramento di 27 nuove reclute, che vanno ad aggiungersi ai 135 uomini già in servizio
Le divise nere della Guardia Svizzera

Giovani svizzeri al servizio del Papa

Entrare nella Guardia Svizzera non è cosa da tutti. I requisiti sono precisi: essere cittadini svizzeri, cattolici praticanti, non sposati, con un’altezza minima di 174 cm. A queste condizioni si aggiungono test psicologici e una formazione intensa che comprende difesa personale, pronto soccorso e tattiche di polizia.

Pur essendo armate, le Guardie sottolineano che il loro compito si basa più sul dialogo che sulla forza. “La nostra arma principale è la parola – racconta il caporale Eliah Cinotti – e fino a oggi è stata sempre sufficiente a garantire sicurezza”. Una testimonianza che mostra come il servizio, pur nella disciplina militare, sia prima di tutto un atto di protezione e di fiducia.

La vita delle Guardie comporta sacrifici, a partire dalla lontananza dalla famiglia, ma molti giovani trovano in questo percorso una comunità viva e solidale. “Dal primo giorno ho sentito di aver trovato una seconda famiglia”, spiega Nathan, 22 anni, una delle nuove reclute. Orgoglio, dedizione e senso di appartenenza sono i valori che emergono dalle loro voci: un filo che unisce il rigore delle antiche tradizioni alla modernità delle nuove uniformi.