Guardare alla Madonna del Rosario come ad una dolce Madre che ci guarda e ci riunisce a sé attraverso, proprio, la recita del santo Rosario. Una Corona dolce che ci unisce a Lei.
Una frase che colpisce sempre della Supplica che, a maggio e ad ottobre, si recita alla Vergine del Rosario di Pompei. Una storia che si tramanda da secoli ma che, ancora in pochi, conoscono nella sua completezza. Soprattutto, il perché e il motivo del suo arrivo a Pompei.
Il tutto lo si deve al futuro Santo, Bartolo Longo. Un quadro piccolo e, apparentemente molto simile agli altri che, invece, è stato ed è ancora fonte di grazie. Conosciamo la sua storia.
Festa della Madonna del Rosario di Pompei
Oggi, 7 ottobre, la Chiesa celebra la festa liturgica della Madonna del Rosario di Pompei. Tantissimi sono i fedeli che arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo per pregare, uniti in un’unica e sola voce, il Santo Rosario a Maria quanto anche la supplica alla Vergine. Un momento davvero unico nel suo genere che si ripete due volte l’anno (l’8maggio e la prima domenica di ottobre).
Quello che, forse, non tutti davvero conoscono è la storia che ha portato la Vergine a Pompei e di come, il futuro santo (sarà canonizzato il prossimo 19 ottobre) Bartolo Longo ha portato questa sacra immagine a Pompei e di come il Santuario sia stato eretto successivamente. Il culto della Madonna a Pompei c’è sempre stato ma è diventato ancora più forte da quando, nel 1876, questa immagine arrivò alle falde del Vesuvio.
Fino a quell’anno, Pompei era conosciuta solo grazie all’inizio di quelle che erano le scoperte archeologiche circa i suoi scavi, ma non per un culto mariano. Sarà proprio grazie a Bartolo Longo che tutto cambierà per quella cittadina. Bartolo Longo è stato il co-fondatore, insieme alla sua consorte, la contessa Marianna Farnararo de Fusco di questa grande devozione.
La costruzione del santuario ebbe inizio l’8 maggio 1876 mediante la raccolta dell’offerta di un soldo al mese promossa dalla contessa. Ma è la storia del dipinto ad essere quella sulla quale si incentra la nostra attenzione. Bartolo Longo, nel suo intento di propagandare la pratica del Rosario tra i pompeiani, si recò a Napoli per acquistare un dipinto della Madonna del Rosario. L’idea era quella di acquistarne uno già visto in un negozio: ma le cose andarono diversamente.
Bartolo Longo: come arriva il quadro a Pompei?
Per puro caso infatti incontrò in via Toledo Padre Radente (suo confessore) che allo scopo gli consigliò di andare in suo nome al Conservatorio del Rosario di Portamedina e di chiedere a suor Maria Concetta De Litala un vecchio dipinto del Rosario che egli stesso le aveva affidato dieci anni prima. Bartolo seguì il consiglio ma rimase sconcertato quando la suora gli mostrò il dipinto: una tela corrosa dalle tarme e logorata dal tempo.

Bartolo fu sul punto di rinunciare ma, dietro insistenza della suora, ritirò il dipinto. Nel tardo pomeriggio del 13 novembre 1875 l’immagine della Madonna giunse a Pompei su un carretto adibito al trasporto di letame. Avvolta in una coperta logora e consunta, fu scaricata davanti alla fatiscente parrocchia del Santissimo Salvatore. Quando, tolta la coperta, fu mostrato il dipinto, lo stesso stupore che a prima vista aveva colto Bartolo si manifestò anche negli altri presenti. Tutti concordarono che esso non potesse essere esposto in quelle condizioni se non dopo un suo restauro sia pure parziale.
Il restauro fu portato avanti: l’immagine della Madonna si coprì ben presto di pietre preziose offerte dai fedeli quale attestato di grazie ricevute, tanto che anche Papa Leone XIII nel 1887 benedisse il meraviglioso diadema che cingeva la fronte della Vergine.
Da lì, poi, fu posto sul maestoso altare dove, ancora oggi, si trova e dove in tanti si recano a pregare. Anche diversi papi sono arrivati a Pompei a pregare ai piedi di Maria, non in ultimo Papa Francesco, nel 2015, nel corso della sua visita pastorale a Napoli.
La supplica alla Madonna di Pompei
Centro e fulcro della giornata di oggi è, anche, la recita della Supplica alla Madonna del Rosario che, come abbiamo detto, si recita la prima domenica di ottobre quanto anche l’8 maggio:
“O Augusta Regina delle Vittorie,
o Sovrana del Cielo e della Terra,
al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi,
o Regina gloriosa del Rosario,
noi devoti figli tuoi,
raccolti nel tuo Tempio di Pompei [in questo giorno solenne],
effondiamo gli affetti del nostro cuore
e con confidenza di figli
ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal Trono di clemenza,
dove siedi Regina,
volgi, o Maria,
il tuo sguardo pietoso su di noi,
sulle nostre famiglie,
sull’Italia, sull’Europa, sul mondo.
Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli
che amareggiano la nostra vita.
Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo,
quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino
e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori.
Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù
e contristano il tuo sensibilissimo cuore.
Mostrati a tutti quale sei,
Regina di pace e di perdono.
Ave, o Maria…
È vero che noi, per primi, benché tuoi figli,
con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù
e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo:
siamo meritevoli dei più aspri castighi,
ma Tu ricordati che, sul Golgota,
raccogliesti, col Sangue divino,
il testamento del Redentore moribondo,
che ti dichiarava Madre nostra,
Madre dei peccatori.
Tu dunque, come Madre nostra,
sei la nostra Avvocata, la nostra speranza.
E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli,
gridando: Misericordia!
O Madre buona,
abbi pietà di noi, delle anime nostre,
delle nostre famiglie, dei nostri parenti,
dei nostri amici, dei nostri defunti,
soprattutto dei nostri nemici
e di tanti che si dicono cristiani,
eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo.
Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate,
per tutta l’Europa, per tutto il mondo,
perché pentito ritorni al tuo Cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!
Ave, o Maria…
Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci!
Gesù ha riposto nelle tue mani
tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina,
alla destra del tuo Figlio,
splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli.
Tu distendi il tuo dominio
per quanto sono distesi i cieli,
e a te la terra e le creature tutte sono soggette.
Tu sei l’onnipotente per grazia,
Tu dunque puoi aiutarci.
Se tu non volessi aiutarci,
perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione,
non sapremmo a chi rivolgerci.
Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi,
tuoi figli, perduti.
Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia
e la mistica Corona che miriamo nella tua mano,
ci ispirano fiducia che saremo esauditi.
E noi confidiamo pienamente in te,
ci abbandoniamo come deboli figli
tra le braccia della più tenera fra le madri,
e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Ave, o Maria…

Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina,
che non puoi negarci [in questo giorno solennissimo].
Concedi a tutti noi l’amore tuo costante
e in modo speciale la materna benedizione.
Non ci staccheremo da te
finché non ci avrai benedetti.
Benedici, o Maria,
in questo momento il Sommo Pontefice.
Agli antichi splendori della tua Corona,
ai trionfi del tuo Rosario,
onde sei chiamata Regina delle Vittorie,
aggiungi ancor questo, o Madre:
concedi il trionfo alla Religione
e la pace alla umana Società.
Benedici i nostri Vescovi,
i Sacerdoti
e particolarmente tutti coloro che zelano
l’onore del tuo Santuario.
Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei
e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria,
Catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell’inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia,
a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra
sarà il nome tuo soave,
o Regina del Rosario di Pompei,
o Madre nostra cara,
o Rifugio dei peccatori,
o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre,
in terra e in cielo.
Amen.
Salve, Regina…”