Guardare a Maria come mamma celeste non è del tutto sbagliato. Lei ci aiuta, ci sostiene, ci accompagna proprio come farebbe una mamma.
Nel pieno del periodo di Avvento, la storia gira attorno a Lei: Lei diventa la protagonista di quello che è uno dei più grandi, ma al tempo stesso, più bei misteri della nostra Fede: l’Incarnazione del Figlio di Dio.
Senza Maria, Gesù non sarebbe venuto al mondo. Lei è la pura e senza peccato. A descriverci e a spiegarci meglio questo importantissimo passaggio è un frate, appartenente a uno degli ordini che hanno in Maria un modello: quello dei Domenicani.
Padre Gerardo: perché si è devoti a Maria
Siamo nel periodo di Avvento, momento liturgico di preparazione al Santo Natale, momento attraverso il quale aspettiamo la nascita di Gesù, ma ci interroghiamo anche su molte domande che sono alla base della nostra fede. Tutto gira attorno a lei, alla Vergine Maria: perché Dio ha scelto proprio lei? E lei perché ha detto subito il suo “sì” senza alcuna esitazione?
Domande legittime che abbiamo rivolto a Padre Gerardo Imbriano, padre Domenicano e attuale Rettore della Basilica di “San Domenico Maggiore” nel cuore di Napoli. Appartenente ad uno degli ordini maggiormente devoto e legato a Maria, Padre Gerardo ci ha illuminati su alcune domande che riguardano la Madonna, ma ci ha anche spiegato il perché quella fanciulla di Nazareth sia stata il perno principale di tutta la storia dell’umanità.
“La devozione alla Madonna: come nasce in un singolo fedele?”
Prima di parlare di un rapporto personale tra il fedele e la madre di Dio, il concetto fondamentale da spiegare è che l’origine della Madonna è un’origine che viene dal Vangelo. Partiamo, ecco, dal Vangelo e, poi, con il cristianesimo. E’ lì che nasce la devozione alla Madonna, nella comunità attorno a Cristo.

Poi c’è l’aspetto personale: come una persona nutre questa devozione? È semplice: si parte sempre dal Vangelo, dalla Chiesa, per arrivare poi all’esperienza personale, che è un cammino di fede, perché ognuno di noi vede in Maria colei che ci accompagna nei misteri della vita di Cristo. E’ colei che ci accompagna e, in questo senso, ci affascina anche l’aspetto che dà caratteristica alla devozione. L’umiltà di Maria, la semplicità, la donna dell’ascolto, la donna che si mette a servizio, al servizio dell’umanità.
Sono questi gli elementi che attivano quella che noi vogliamo chiamare “la devozione”. Ma più che devozione, questa sensibilità del culto mariano nasce proprio da questo aspetto, il servizio. Io penso che il cristiano, in un certo modo, vede in Maria colei che nella sua semplicità, ha accolto il Verbo che si è fatto carne.
Cristo che viene in noi è quello che spinge la persona a rivolgersi a Maria: lei che farà da tramite, che ci accompagna a vivere come Cristo, e quindi si presenta come un modello di persona umile, semplice, ma soprattutto una persona che accoglie e ascolta la parola.
“Guardare a Maria come ad una madre: in questo periodo di Avvento, in che modo possiamo sentire questa affermazione ancora più nostra?”
Maria come una mamma? Sì, il concetto è che andiamo sempre un po’ al principio. Per considerarla mamma dobbiamo accettare le parole di Cristo dalla croce: Cristo stesso ce l’ha donata. E’, poi, anche madre della Chiesa: nasce e si sviluppa questa mariologia incarnata nella Chiesa. Andando poi all’aspetto individuale, è come la mamma, quella materna.
Perché è dolce, è semplice: ci sono questi aspetti materni simili al bambino, e viviamo anche di questo. Queste cose qua, in un certo senso, ci condizionano. Però dobbiamo sempre uscire da queste, perché altrimenti si va troppo nell’umano e non si comprende la grandezza di Maria, perché ella è madre di Dio. Lei è stata scelta, lei ha accettato, ha accolto questo messaggio, il messaggio.
Una mamma che ha accolto il verbo, che ha accolto la parola, si è fatta serva: “Avvenga di me quello che tu dici”. Non è una mamma qualsiasi. Non è sbagliato considerarla una mamma perché innanzitutto è la madre di Dio e diventa anche madre nostra. Ha aperto all’umanità le porte della salvezza. Il suo sì è stato importante per me, per te, per tutti, a prescindere. Quindi è una mamma di tutti.
Le “sorelle di Maria”: tradizione o paganesimo?
Accanto ad una spiegazione così importante, c’è una domanda che vede la devozione alla Madonna affiancarsi anche alla tradizione: non solo in Campania, ma un po’ in tutta Italia, si è soliti parlare delle cosiddette “sorelle della Madonna”. Non è che Maria abbia delle “sorelle” che non conosciamo, ma sono tutti appellativi che a lei vengono dati. E Padre Gerardo ci approfondisce meglio la questione:
“Le sette sorelle: queste partono da origini, diciamo, mitologiche e sappiamo bene che nel Cristianesimo ci sono molte cose che confinano col Paganesimo. Ma questa questione delle sette sorelle, noi pensiamo a quelle campane, ma sono tante realtà, non è solo in Campania, sono anche in altre regioni d’Italia, nascono in certi contesti.
Per esempio qui in Campania nasce da origine contadine: la Madonna dell’Arco, la Madonna delle Galline, la Madonna di Montevergine, solo per citarne alcune. Queste sette sorelle che cosa hanno in comune? L’ambientazione e si rifanno al mondo rurale e campestre. E poi sette sorelle, non si definisce che sono sette sorelle, perché ci sono anche altre regioni che hanno questo concetto delle sette sorelle.
Il tutto nasce dal popolo: associa diversi santuari di una zona, che hanno qualcosa in comune, e le chiamano “sorelle”.
Perché Dio ha scelto proprio Maria: una scelta già predestinata
“Maria la madre di Gesù: durante l’Avvento è lei la protagonista indiscussa. Secondo lei, perché Dio ha scelto questa giovane fanciulla di Nazareth? Non poteva scegliere una ragazza qualunque?”
La scelta di Dio doveva avere dei requisiti: il Vangelo che si legge proprio all’inizio della novena di Natale, inizia con la genealogia di Gesù. Maria doveva appartenere alla tribù di Giuda, quindi doveva essere la discendenza davidica di Giuseppe, era l’ultimo della discendenza di Davide e lei, Maria, sposa di Giuseppe. Innanzitutto, doveva avere questo legame di sangue diciamo simbolico, perché qui parliamo di una discendenza costruita per giustificare la nascita di Gesù che altro non era che la pienezza delle promesse che Dio aveva fatto per la salvezza dell’umanità.
E quindi già questo fa capire che viene contestualizzata in questo aspetto: già qua è una spiegazione biblica del perché è stata scelta Maria. Però logicamente forse non è sufficiente la risposta perché è una ricostruzione genealogica fatta non perché è avvenuta e motivata da una linea da dove è partita. Parte da Abramo, quindi, da dove inizia la storia della salvezza e si compie con la nascita di Cristo. Quindi doveva avere questo percorso.

Poi c’è la risposta che Maria dà perché si è fatta scegliere. E quindi qua entriamo anche come diceva il prologo di Giovanni, “in principio”. È un discorso già pensato questo. Quello che accade il Signore già lo aveva in mente. Quindi questa scelta non lo sappiamo quando è che è nata. C’è un tempo così eterno che noi non possiamo dire quando Dio ha pensato questa cosa.
Ma si sa che in principio era così. Quindi c’è questo principio che noi non sappiamo quando è stato già era tutto preparato. Maria dice sì, eccomi. Questa risposta molto immediata. E questa è una cosa che mi fa capire che, essendo immediata, doveva essere così. Maria non poteva tirarsi indietro: questo progetto di dire era così prorompente e la trova pronta: “Eccomi, fai di me”.
L’amore di San Domenico e dei domenicani per la Madonna
“Il suo ordine, quello dei frati domenicani, ha una particolare devozione alla Vergine Maria: può spiegarcela?”
E’ una storia lunga di otto secoli. Partiamo dal fondatore, Domenico: era un patito di Maria. Quando lui faceva i suoi lunghi pellegrinaggi, camminando, si dice che cantava sempre la “Salve Regina”.
Ci sono tante leggende su questo aspetto, una delle quali vede a un certo punto Domenico, sentendosi solo e domandando a Maria dove fossero i suoi frati, la Vergine alza il suo manto ed escono frati e suore. Ed è proprio qui che Domenico affida a Maria l’ordine e, prima di lasciare questa terra, raccomanda al suo ordine la piena devozione alla Madonna.
Anche i suoi successori, primi biografi di San Domenico, mettono in risalto questo aspetto di Maria nella vita dei primi seguaci di Domenico e ci sono molte leggende e la cosa più bella è il canto della Salve Regina che nasce con l’Ordine di Domenicano.
Ancora oggi, l’Ordine di Domenicano ha mantenuto questa tradizione della Salve Regina non quella romana in latino ma quella un po’ lunga, gregoriana, che cantiamo ogni sera finito il vespro.

Poi c’è la diffusione del Rosario, che si vuole dire se sia stato Domenico, ma non abbiamo certezze: l’Ordine Domenicano ha divulgato il Rosario soprattutto nel Tardo Cinquecento. C’è da dire che, il nostro, è un Ordine contemplativo perché noi studiamo e agiamo e predichiamo: Maria è la donna della contemplazione, dell’ascolto, però è anche una donna di azione che ha dato alla luce figlio di Dio.
San Domenico è anche nel quadro della Madonna di Pompei, insieme a Santa Caterina o Santa Rosa. C’è da dire anche che in ogni chiesa Domenicana non manca mai l’altare della Madonna del Rosario perché è la nostra protettrice, oltre a Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d’Alessandria.
Alla fine di questa nostra conversazione, abbiamo chiesto a Padre Gerardo quale sia la preghiera più bella da rivolgere a Maria in questo periodo d’Avvento:
“A parte le preghiere tradizionali, quali quella dell’Ave Maria o della Salve Regina, ci sono altre preghiere. Si possono anche creare per l’occasione, ma tutto deve nascere dalla Sacra Scrittura. Una su tutte è la “Tota Pulcra”, dove si richiama la bellezza e la purezza di Maria”.