Medjugorje: il messaggio di Papa Leone ai partecipanti del 36° Festival dei Giovani di Medjugorje

Menu Medjugorje Dinamico
il messaggio di Papa Leone XIV ai giovani del Festival di Medjugorje è un invito potente a riscoprire la bellezza della comunione, della fede vissuta insieme, della fragilità condivisa il messaggio di Papa Leone XIV ai giovani del Festival di Medjugorje è un invito potente a riscoprire la bellezza della comunione, della fede vissuta insieme, della fragilità condivisa
Il Visitatore Apostolico di Medjugorje, Monsignor Aldo Cavalli (www.medjugorje.it)
Canale WhatsApp Iscriviti subito!
Canale Telegram Iscriviti subito!

Nel cuore di Medjugorje, migliaia di giovani si ritrovano per cercare Dio e riscoprire la forza della fede condivisa.

In un mondo sempre più connesso ma spesso incapace di veri legami, il messaggio di Papa Leone XIV ai giovani del Festival di Medjugorje è un invito potente a riscoprire la bellezza della comunione, della fede vissuta insieme, della fragilità condivisa. Le sue parole toccano il cuore, incoraggiando i giovani ad affrontare il cammino della vita non da soli, ma come pellegrini uniti da un unico fuoco che illumina il cammino comune. La fede, dice il Papa, è un linguaggio che supera ogni barriera, che parla direttamente all’anima, che consola, guida e riscalda.

Un cammino condiviso verso la luce

Dal 4 all’8 agosto, il 36° Festival dei Giovani accende ancora una volta Medjugorje, trasformando il piccolo villaggio dell’Erzegovina  in un crocevia di anime in ricerca. È qui che Papa Leone XIV ha voluto rivolgere il suo messaggio, firmato il 9 luglio a Castel Gandolfo, con parole semplici ma profonde: “Gioite insieme, e non temete di piangere con chi piange“. È un invito a vivere pienamente ogni emozione, a non nascondere la fragilità, a camminare l’uno accanto all’altro senza paura.

Partendo dal versetto del Salmo 122 – “Andremo alla casa del Signore”, tema del 36° Mladifest 2025 – il Pontefice descrive un pellegrinaggio spirituale che nasce da un desiderio condiviso: cercare Dio, la vera dimora, dove l’Amore attende ciascuno di noi. Ed è Gesù, “la via”, che accompagna i passi, guida i cuori, rafforza la fede. Il suo Spirito – ricorda il Papa – ci apre gli occhi, ci permette di vedere l’essenziale che da soli non riusciremmo a cogliere.

Al centro del messaggio c’è l’incontro. “Siamo fatti per l’incontro”, scrive Leone XIV. Ogni cammino ha senso solo se condiviso. Come insegnava sant’Agostino, non si tratta di una meta lontana da raggiungere da soli, ma di un percorso da vivere insieme, con esistenze che si intrecciano, si incoraggiano, si illuminano a vicenda. “Ci si accende a vicenda”, dice il Papa, come fiamme che si trasmettono calore e luce. E insieme si diventa un unico grande fuoco che illumina il cammino.

Al centro del messaggio c’è l’incontro. “Siamo fatti per l’incontro”, scrive Leone XIV. Ogni cammino ha senso solo se condiviso
Papa Leone XIV al Giubileo dei Giovani

Il coraggio dell’incontro e la forza della fede

Il Papa non dimentica di guardare al presente, toccando anche il tema dell’Intelligenza Artificiale. Se da una parte riconosce le opportunità che offre, dall’altra sottolinea ciò che nessun algoritmo potrà mai sostituire: l’abbraccio, lo sguardo, la presenza reale. Nessuna tecnologia, afferma, può rimpiazzare un vero incontro con Dio o con il prossimo. La fede si trasmette nel contatto umano, nella testimonianza viva, nella condivisione autentica.

In questo senso, Maria diventa modello di ogni pellegrino della fede. Lei che si mette in viaggio per raggiungere Elisabetta, portando in grembo il Signore. Quel gesto d’amore e quella visita generano una gioia profonda: Giovanni Battista esulta già nel ventre della madre, riconoscendo la presenza di Dio. È su questo esempio che Leone XIV incoraggia i giovani: cercate incontri veri, condividete la gioia, non abbiate paura delle lacrime. Anche San Paolo – ricorda il Papa – ci esorta a “rallegrarci con chi è nella gioia e piangere con chi è nel pianto”.

E a Medjugorje, come già visto a Roma durante il Giubileo dei Giovani, i partecipanti sono arrivati da ogni angolo del mondo. Le differenze linguistiche e culturali non sono ostacoli, ma ricchezze da accogliere. Esiste un linguaggio che supera ogni barriera, ed è quello della fede, alimentata dall’amore di Dio. In questo modo, conclude il Papa, ci si scopre membra dello stesso Corpo, la Chiesa, chiamati a camminare insieme verso la meta comune: la Casa del Signore.

Infine, un incoraggiamento ai giovani a non temere la voce della vocazione. Se nel cuore si percepisce un fremito, un’inquietudine, un richiamo, “ascoltatelo con fiducia”. È Dio che parla, che chiama. E rispondere a quella voce – assicura Leone XIV – rende felici, liberi, pienamente realizzati.