Medjugorje, il saluto del 36° Festival dei Giovani: “Portate al mondo l’acqua viva di Cristo”

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Con il dono del rosario, simbolo della mano di Maria che guida verso Gesù, i giovani hanno ricevuto il mandato di diventare testimoni. Con il dono del rosario, simbolo della mano di Maria che guida verso Gesù, i giovani hanno ricevuto il mandato di diventare testimoni.
Monsignor Petar Palic, Vescovo di Mostar-Duvno
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La serata conclusiva del 36° Festival dei Giovani a Medjugorje è stata un invito alla missione: portare nelle famiglie, nelle comunità e nei Paesi di origine la fede e la speranza ricevute in questi giorni di preghiera.

Con il dono del rosario, simbolo della mano di Maria che guida verso Gesù, i giovani hanno ricevuto il mandato di diventare testimoni. Un momento intenso, illuminato dalle parole del vescovo Petar Palić, che ha richiamato il bisogno di fiducia, il coraggio di accettare la croce e la gioia di camminare verso la “Casa del Signore” non a parole, ma con la vita.

Un mandato per il mondo

L’ultima sera del Festival ha visto i rappresentanti dei giovani provenienti da 71 Paesi ricevere un rosario dalle mani del vescovo di Mostar-Duvno, Mons. Petar Palić, e dell’arcivescovo Aldo Cavalli, Visitatore Apostolico per Medjugorje. “Accogliete il rosario come la mano di Maria che vi guida – ha esortato il parroco, fra Zvonimir Pavičić – e diventate evangelizzatori nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità”.

La Santa Messa, presieduta da Mons. Palić e concelebrata da cinque vescovi e quasi seicento sacerdoti, è stata arricchita dall’offerta di una tela su cui i giovani avevano scritto preghiere e ringraziamenti. Nell’omelia, il vescovo ha legato il tema dell’incontro – “Andiamo alla casa del Signore” – alle letture bibliche, richiamando l’episodio del popolo d’Israele in cammino nel deserto, assetato e dubbioso, e la professione di fede di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Il presule ha sottolineato che la sete del popolo nel deserto è immagine della sete profonda di senso e di Dio, ricordando le parole di San Giovanni Paolo II: “Gesù risveglia in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande”. Ha invitato i presenti a riconoscere come Dio spesso risponda alle nostre lamentele con doni inattesi, anche quando la nostra fede vacilla.

ha messo in guardia i giovani dalla tentazione di seguire Cristo evitando la croce
36° Festival dei Giovani – Piazzale esterno della parrocchia di San Giacomo

La via della croce e la casa del Padre

Mons. Palić ha messo in guardia i giovani dalla tentazione di seguire Cristo evitando la croce: voler la gloria senza la fatica, il cielo senza la conversione quotidiana. Ha ricordato che Medjugorje, per molti, è stata come la roccia da cui sgorga acqua viva, un luogo dove scoprire chi è Gesù. La “Casa del Signore” – ha spiegato – non è solo un luogo fisico, ma la comunione con Dio e la Chiesa viva, verso cui si cammina con fiducia e perseveranza.

Rivolgendo la stessa domanda posta da Gesù ai discepoli, “E voi, chi dite che io sia?”, il vescovo ha invitato i giovani a rispondere con la propria vita. Cristo, ha detto, è l’acqua viva che disseta, la roccia su cui costruire, l’amico fedele che guida verso il Padre. Anche nelle cadute e nelle fragilità, si può fare esperienza della misericordia di Dio. “Veniamo alla casa del Signore – ha concluso – non domani, ma oggi, così come siamo, con la nostra sete e le nostre domande, accompagnati da Maria che ha saputo dire ‘sì’ senza condizioni”.

Fonte: Radio Postaja Mir Medjugorje