Medjugorje: "Preparatevi all'Amore"
Il messaggio della Regina della Pace ci invita alla conversione del cuore: liberarsi della vanità, per diventare strumenti vivi della carità.
La chiamata della Madonna è semplice e insieme esigente: Dio la invia perché, con il suo amore materno, susciti in noi cuori generosi, umili e pronti al sacrificio. Ci chiede perdono per noi stessi e per gli altri, adorazione per il Signore e un impegno concreto a essere testimoni dell’amore di Cristo anche per chi non lo conosce. Rispondere a questo appello significa incarnare il Vangelo nella quotidianità.
Cari figli! Io vi chiamo perché ho bisogno di voi. Ho bisogno di cuori pronti ad un amore immenso. Di cuori non appesantiti dalla vanità. Di cuori che sono pronti ad amare come ha amato mio Figlio, che sono pronti a sacrificarsi come si è sacrificato mio Figlio. Ho bisogno di voi. Per poter venire con me, perdonate voi stessi, perdonate gli altri e adorate mio Figlio. Adoratelo anche per coloro che non l’hanno conosciuto, che non lo amano. Per questo ho bisogno di voi, per questo vi chiamo. Vi ringrazio.
La Madonna ci richiama a tre atteggiamenti fondamentali: perdono, adorazione e amore concreto. Il perdono — prima rivolto a se stessi e poi agli altri — è al centro del messaggio cristiano: Gesù sulla Croce prega per chi lo crocifigge «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno», Lc 23,34 e nel Padre nostro ci insegna a chiedere il perdono ed a perdonare (Mt 6,12.14–15). Perdonare non è dimenticare meccanicamente, ma liberarsi dall’odio e riaprire il cuore alla vita, insieme a Dio.
L’adorazione è il secondo polo: Maria ci invita ad «adorare mio Figlio», cioè a vivere una relazione di cuore con Cristo. Nell’Eucaristia troviamo il culmine dell’adorazione: Cristo si dona per nutrire e rafforzare i suoi discepoli (Gv 6,51). Adorare anche «per coloro che non lo amano» è una forma alta di intercessione, che unisce contemplazione e carità.
Infine, la chiamata all’amore-simile a quello di Gesù implica sacrificio e servizio. San Paolo ricorda che l’amore è generoso, paziente, non cerca il proprio interesse (1Cor 13). Maria chiama cuori non appesantiti dalla vanità: cioè liberi dall’egoismo e pronti a farsi dono. Essere discepoli oggi significa incarnare questo amore nelle relazioni quotidiane, rendendo il Vangelo credibile per chi ancora non conosce Cristo.
L’insegnamento della Chiesa sottolinea che perdono, adorazione e carità sono vie di santificazione e di edificazione della comunità ecclesiale: la preghiera orientata all’adorazione, il sacramento della riconciliazione e la vita caritativa costituiscono i percorsi ordinari della grazia che trasforma i cuori.
Madre mia, Maria, insegnami a perdonare me stesso e gli altri come tu mi insegni. Donami un cuore libero dalla vanità, pronto al sacrificio ed all’amore vero. Insegnami ad adorare Gesù ogni giorno, anche per chi non lo conosce, e rendimi strumento della Sua misericordia. Fa’ che la mia vita diventi pane spezzato per gli altri, secondo la volontà del Padre. Amen.