Mi inginocchio solo davanti a Dio: le ultime parole del sacerdote martirizzato in Myanmar

Due donne hanno raccontato i momenti eroici del padre Donald Martin Ye Naing Win, assassinato da un gruppo di miliziani in Myanmar. Due donne hanno raccontato i momenti eroici del padre Donald Martin Ye Naing Win, assassinato da un gruppo di miliziani in Myanmar.
Padre Donald Martin Ye Naing Win
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Due donne hanno raccontato i momenti eroici del padre Donald Martin Ye Naing Win, assassinato da un gruppo di miliziani in Myanmar.

Il sacerdote, 44 anni, ha rifiutato di inginocchiarsi davanti ai miliziani, subendo brutalmente l’attacco con silenziosa dignità. La comunità locale ha onorato il suo corpo dopo l’omicidio.

La tragica morte di Padre Donald Martin Ye Naing Win, avvenuta il 14 febbraio 2025 nel villaggio di Kangyi Taw, ha scosso profondamente non solo la comunità cattolica birmana, ma anche l’intera opinione pubblica internazionale. Questo sacerdote, di 44 anni e appartenente all’Arcidiocesi di Mandalay, ha affrontato con coraggio i suoi assassini, rifiutando di inginocchiarsi di fronte a loro. Le sue ultime parole, “Mi inginocchio solo davanti a Dio”, sono diventate un simbolo di fede e resistenza in un contesto di violenza e oppressione.

Il contesto dell’omicidio

Due testimoni oculari, donne che lavorano come insegnanti e collaboratrici parrocchiali nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes, hanno fornito dettagli agghiaccianti su quanto accaduto. Queste donne, che stavano aiutando il sacerdote nell’organizzazione di corsi per i bambini del villaggio, hanno descritto il momento in cui Padre Ye Naing Win è stato circondato da un gruppo di dieci miliziani, visibilmente sotto l’effetto di alcol o droghe. I miliziani, armati e aggressivi, hanno intimato al sacerdote di inginocchiarsi, ma la sua risposta è stata di una calma e determinazione straordinarie.

Il sacerdote ha chiesto ai suoi aggressori: “Cosa posso fare per voi? Possiamo parlarne?”. Questo gesto di apertura e dialogo è stato accolto con violenza. Uno dei miliziani, in un impeto di rabbia, lo ha colpito con un pugnale, mentre il leader del gruppo ha iniziato a colpirlo ripetutamente, infliggendogli ferite mortali.

Le testimoni hanno descritto Padre Ye Naing Win come un “agnello condotto al macello”, che ha affrontato l’assalto in silenzio, dimostrando resilienza e una fede esemplari.

La morte di Padre Ye Naing Win non è solo una tragedia personale, ma rappresenta anche la perdita di un punto di riferimento per una comunità che si trova ad affrontare sfide sempre più gravi. Dopo l’orribile omicidio, la comunità locale ha reagito con shock e dolore. Gli abitanti del villaggio, in lacrime, hanno recuperato il corpo del sacerdote e gli hanno reso onore, lavandolo e trattandolo con rispetto. Questo gesto rappresenta un tributo alla vita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza al servizio degli altri.

Il sacerdote, 44 anni, ha rifiutato di inginocchiarsi davanti ai miliziani, subendo brutalmente l'attacco con silenziosa dignità.
Immagini del funerale di Padre Donald Martin Ye Naing Win

La ricerca di giustizia

Le testimonianze delle due donne sono state raccolte e inviate al Governo di Unità Nazionale (NUG), il governo in esilio del Myanmar, che ha promesso di perseguire i responsabili di questo crimine atroce. Le Forze di Difesa del distretto di Shwebo hanno successivamente annunciato l’arresto di dieci sospettati, appartenenti a un gruppo di difesa locale, segnalando che la giustizia potrebbe essere in arrivo, anche se le condizioni di sicurezza e la stabilità rimangono precarie nel paese.

La morte di Padre Ye Naing Win ha acceso i riflettori sulla situazione in Myanmar, attirando l’attenzione su un conflitto che ha portato alla morte di migliaia di persone e ha costretto molte altre a fuggire dalle loro case. Le chiese, tradizionalmente luoghi di rifugio e sicurezza, sono diventate obiettivi di violenza, e i leader religiosi, come il sacerdote martire, si trovano spesso in prima linea nella lotta per la dignità e i diritti umani.

In un contesto di crescente repressione, la figura di Padre Ye Naing Win emerge con la sua determinazione a non inginocchiarsi di fronte ai suoi assassini, parla di una fede profonda che va oltre la paura e la violenza. La sua storia ci ricorda l’importanza della solidarietà in tempi di crisi e l’impatto che un singolo individuo può avere nel promuovere la giustizia e la pace, anche di fronte all’inevitabile sofferenza.

Il racconto di questi eventi tragici non è solo una cronaca di un omicidio, ma serve anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in Myanmar e sulle vite di coloro che, come Padre Ye Naing Win, dedicano le loro vite al servizio degli altri in circostanze estremamente difficili.

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