Musica sacra più potente di un farmaco? Gli effetti sorprendenti su mente e anima

La musica sacra potrebbe avere effetti sorprendenti sul cervello e non solo, parola di neuroscienzata. Cosa sappiamo, in merito

Ci sono volte in cui basta chiudere gli occhi e ascoltare un po’ di musica, per stare subito meglio. Le note di una canzone riescono a suscitare in noi grandi emozioni, facendoci sognare, vivere ricordi (belli e brutti), ma non solo. La scienza, da anni, studia i reali effetti terapeutici della musica e dagli studi sono emersi diversi dati, alcuni più facilmente dimostrabili, altri meno.

Quello che spinge a riflettere è se e come la musica possa fungere da vero e proprio farmaco in grado di avere effetti straordinari su mente e anima. A parlarne è stata Kathlyn Gan, direttrice di un laboratorio all’Università di Toronto.

Secondo la neuroscienzata, la musica sarebbe salutare per il cervello, in qualunque forma essa si esprima. In questo contesto, infatti, cantare, suonare o ascoltare musica, in particolare quella sacra, stimola diverse aree della mente.

Tale stimolo riguarda memoria, emozioni, empatia, sensazione di piacere, movimento. In sostanza, proprio grazie alla musica, il cervello riesce a tenersi attivo, e questo sarebbe un mezzo molto potente per allontanare lo spettro del declino cognitivo.

La musica aiuta a prevenire malattie neurodegenerative? Tutti i possibili benefici della musica sacra sul cervello

Come ha ben spiegato Gan, il 95% dei casi di Alzheimer ha a che fare con fattori non genetici.

Musica sacra e cervello: perché fa veramente bene-medjugorje.it

Tra questi, obesità, ipertensione, fumo, sordità, traumi al cervello, isolamento a livello sociale. Ora, la musica può costituire un grande aiuto per il cervello, in quanto gli fornirebbe input intensi, perché favorisce lo stare in gruppo e la socialità, contribuendo alla prevenzione di un futuro declino cognitivo.

La musicoterapia è usata per sostenere pazienti che hanno Alzheimer, supportando atteggiamento e connessione a livello sociale. A Montréal, alcuni medici hanno iniziato una collaborazione con l’Orchestra Sinfonica, prescrivendo, ove serva, musica ai propri pazienti, che possono accedere gratis a certi concerti.

Ora, secondo la neuroscienziata, la musica sacra potrebbe avere effetti eccellenti e in positivo a livello cognitivo in quanto stimola una maggiore riflessione spirituale, rende più intensa l’esperienza dello stare a Messa e conduce verso la fede, suscitando emozioni di un certo livello nonché infondendo senso di trascendenza.

Non è però semplice dare prova di tali effetti scientificamente, poiché tutto ciò varia da soggetto a soggetto nonché dal livello formativo e spirituale. Gan suona musica sacra ed è pianista, oltre che neuroscienziata. Per la scienziata, la musica è un modo per pregare e strumento di divulgazione di fede e spiritualità. Nei suoi studi si occupa di conoscere meglio la mente e umana e nel tempo si è arricchita a livello di fede e nella capacità di comunicare messaggi religiosi proprio attraverso le note.

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Anna Di Donato