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Papa Francesco, un Pontefice che ha fatto la storia: oggi è il suo compleanno

E’ stato un Pontefice che ha lasciato il segno, non solo nella Chiesa, ma anche nel cuore di ciascuno di noi. Era il 17 dicembre di 89 anni fa quando Jorge Mario Bergoglio nasceva a Buenos Aires, in Argentina.

La sua storia ha colpito tutti ma, ciò che ha maggiormente segnato è stata la sua semplicità, il suo incarnare pienamente il ministero di Gesù, come lui stesso ha voluto. 12 anni di Pontificato ed un ritorno della Chiesa alla semplicità, alla modestia, senza fronzoli o elementi di contorno, ma soprattutto, un Papa della gente e vicino alla gente.

Ci ha lasciati proprio nell’Anno Santo del Giubileo, da lui aperto nella notte di Natale. Tante sono le cose che su di lui si potrebbero dire, ma abbiamo scelto alcuni aneddoti che ce lo fanno conoscere sotto una veste nuova, diversa dal solito.

Papa Francesco: oggi avrebbe compiuto 89 anni

Papa Francesco: un nome che ha segnato tutti noi. Un Pontefice diverso dagli altri, che si è presentato la sera della sua elezione con un semplicissimo: “Buonasera“, a visione del fatto che sarebbe stato davvero vicino a noi, e non lontano, chiuso nei suoi palazzi. Un Papa che ha segnato la storia della Chiesa con un linguaggio semplice, vicino a tutti e soprattutto con lo sguardo rivolto ai piccoli e ai più poveri, nel segno di Francesco d’Assisi, di cui aveva deciso di portare il nome.

Il primo papa che proveniva dall’America Latina anche se, per buona parte, il suo sangue era del tutto italiano, piemontese per la precisione. Era necessario dare uno stacco, una nuova linfa alla Chiesa e, dopo il suo predecessore Benedetto XVI, i cardinali in conclave scelsero lui, Jorge Mario Bergoglio: era il 13 marzo 2013. Ma torniamo ancora indietro nel tempo, a Buenos Aires, il 17 dicembre del lontano 1936. Lì nasceva il futuro padre gesuita, da genitori emigranti dall’Italia.

La gioventù trascorsa in Argentina – www.medjugorje.it (photo: vatican news)

Un mix di sangue piemontese e ligure che, agli inizi del 1900, come tantissimi altri italiani, era migrato in Argentina alla ricerca di un futuro migliore. Qui Jorge Mario era nato, aveva studiato ed aveva iniziato anche la sua vita civile, lavorando in un laboratorio chimico (perchè lui era un chimico), ma anche come buttafuori in un locale, per mantenersi gli studi. Ed è stato proprio in questo periodo, come lui stesso ha confidato, che ha iniziato a conoscere le persone, a guardarle negli occhi e, senza parlare, capire come erano fatte.

Il suo ingresso nei Gesuiti: la vita semplice

Aveva anche una fidanzata, ma dentro di lui c’era qualcosa di più grande che bussava al suo cuore: la voce di Cristo. Aveva solo 17 anni quando intraprese il cammino vocazionale nei Gesuiti, un ordine difficile, faticoso ma che gli ha insegnato molto. Nel 1960 viene mandato in Cile per completare il suo noviziato e, nel 1969 viene ordinato sacerdote. La religione era sempre stata presente nella sua vita grazie agli insegnamenti di nonna Rosa, pilastro fondamentale che l’ha sempre accompagnato, anche quando i suoi genitori, all’inizio, non avevano accettato la sua vocazione.

Un cammino sempre in ascesa per Bergoglio che, però, non l’ha mai visto montarsi la testa. Il suo diventare priore, la sua resistenza durante il periodo della dittatura militare in Argentina, il suo (per quanto possibile) salvare vite umane dalla barbarie dei Desaparecidos, fino all’arrivo, nel 1992, della nomina episcopale come vescovo ausiliare di Buenos Aires. Nel 1998 divenne arcivescovo della sua città e, nel 2001, papa Giovanni Paolo II lo nomina Cardinale.

Un pontificato semplice, come lo era lui – www.medjugorje.it (photo: agenzia italiana per la gioventù)

Ma Bergoglio è rimasto sempre mite e semplice, non ha mai accettato fronzoli, si è sempre spostato con i mezzi pubblici e non ha mai avuto nulla di suo che non fosse il necessario per sopravvivere. E questo è lo stile che ha portato nel suo Pontificato, dal 2013 al 2025. La sua volontà di risiedere a “Casa Santa Marta”, nella sua stanza, e non nel Palazzo Apostolico, le scarpe nere e non quelle rosse “di ordinanza”, la croce vescovile e non quella papale, gli abiti semplici, così come anche l’auto per potersi spostare a Roma e non solo.

Tutto nella semplicità, tutto come lui stesso era. E ha fatto scalpore, il giorno del suo funerale, notare le sue scarpe consumate, quasi bucate, ma sempre le stesse, ed il suo non avere che poco più di 100€ nel suo conto papale. Ma non è tutto: papa Francesco, come abbiamo potuto veder nei suoi ultimi mesi di vita, ha sempre avuto una salute cagionevole. Da giovane, fu operato di lobectomia polmonare a causa di un’infezione respiratoria. E da allora, è sempre vissuto con un pezzetto di polmone in meno.

L’amore per Maria: oggi è sepolto accanto alla Vergine

Ma c’è ancora un’altra curiosità: il suo pontificato poteva iniziare già molto prima, nel 2005. Sì, perchè ad ottenere più voti, subito dopo Ratzinger, era stato proprio lui. Un segno che, forse, allora non era ancora il suo momento. Il suo essere stato visto come un Papa progressista, un Pontefice che ha portato la Chiesa ad interrogarsi, per la prima volta su temi quali l’omosessualità, le unioni civili, i poveri e il loro aiuto…giusto per citare alcuni temi, affinchè fossero gettate le basi per traghettare la Chiesa più vicino alle problematiche concrete dei fedeli.

In ultimo, ma non meno importante, la sua devozione alla Madonna: sin da bambino è sempre stato legato a Maria e il suo recarsi, ad ogni ritorno da un viaggio apostolico, a Santa Maria Maggiore per ringraziare lei, la Salus Populi Romani, sempre presente al suo fianco.

Oggi riposa a Santa Maria Maggiore, accanto alla Madonna – www.medjugorje.it (photo: l’espresso)

Oggi è lui a riposare accanto a lei, sotto il suo sguardo materno, ancora una volta cambiando il destino di un Papa che non vuole riposare in eterno nelle Grotte vaticane come tutti gli altri, ma altrove, in questo caso proprio a Santa Maria Maggiore.

Grazie Papa Francesco per tutto ciò che ci hai donato e, da lassù, accogli i nostri auguri di buon compleanno e tutti le preghiere che, ogni giorno, ti arrivano. Perchè in noi, il tuo pensiero, non è mai sparito.

Published by
Rosalia Gigliano