Il giubileo del mondo educativo con Papa Leone - www.medjugorje.it (photo: famiglia cristiana)
La conclusione del Giubileo del mondo educativo e della scuola ha lasciato un segno notevole per tutti coloro che di questa categoria fanno parte, e che vi hanno partecipato oppure no.
Papa Leone ha lanciato un monito che ha segnato le coscienze di ciascuno, insegnante o studente che sia. Ai più giovani, in particolare, ha detto loro parole forti ma decise, come un vero e proprio padre per ognuno di loro.
“Non basta avere grande scienza, se poi non sappiamo chi siamo e qual è il senso della vita” – ha detto Leone XIV. Ma entriamo nel dettaglio del suo discorso.
Con la giornata di domenica, 2 novembre, si è conclusa la tre giorni del Giubileo del mondo educativo e della scuola. Sono stati davvero in tanti coloro che hanno partecipato a tutti gli eventi messi in campo, hanno pregato ed attraversato la Porta Santa ma, soprattutto, hanno avuto modo e maniera di incontrare Papa Leone XIV.
Un incontro dove studenti, alunni e tutto il personale del mondo della scuola e dell’università si è riunito attorno alla mensa di Cristo, non solo per celebrare il momento giubilare, quanto anche per riflettere su come stia andando la scuola e quali possano essere le sfide per migliorare e far evolvere ancora di più il mondo dell’educazione.
Papa Leone, infatti, si è rivolto proprio ai più giovani, agli studenti e agli alunni presenti delle scuole di ogni ordine e grado. Ha parlato loro come un padre fa con i propri figli, dando consigli e dispensando anche parole forti che aiutino a temprare l’animo di chi sta studiando e sta scegliendo di costruire, in una determinata maniera, il proprio futuro.
“Non basta avere grande scienza, se poi non sappiamo chi siamo e qual è il senso della vita. Possiamo conoscere molto del mondo e ignorare il nostro cuore” – ha detto loro il Papa.
Li ha guardati negli occhi, ciascuno di loro presente lì, ed ha posto questa sola domanda: “Perché vivo, e per chi?”: una domanda forte, alla quale però Leone ha anche posto degli esempi di vita dai quali i ragazzi possono prendere modello. I primi su tutti sono proprio i due nuovi Santi dei giovani, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis: “L’educazione ci insegna a guardare in alto, sempre più in alto […] Non lasciate che sia la tecnologia a scrivere la vostra storia”.
Uno sguardo è stato rivolto anche ad un Santo a lui molto caro, Sant’Agostino: “Lui era brillante ma insoddisfatto, fino a quando non scoprì che il cuore è inquieto finché non riposa in Dio. Non riempitela di rumore, ascoltatela: vi porterà verso l’alto” – ha detto loro.
Lo studio resta il perno importate anche per Papa Leone e l’esempio portato di questi Santi è solo un piccolo tassello che pul essere aggiunto alla vita di ogni ragazzo, lì presente e non solo.